RBC BlueBay – Obbligazioni: come posizionare il portafoglio in vista delle presidenziali USA
I sondaggi negli Stati in bilico suggeriscono una sfida molto combattuta tra Kamala Harris e Donald Trump. A nostro giudizio, uno scenario di vittoria di Harris dovrebbe essere favorevole per gli asset nel reddito fisso. La continuità politica, unitamente all’allentamento della Fed in un contesto di rallentamento dell’economia statunitense, dovrebbe spingere gli investitori a spostarsi più avanti lungo la curva, sostenendo una robusta prospettiva di rendimento totale per il prossimo anno.
Riteniamo che si verificherà lo scenario esattamente opposto nel caso di una vittoria di Trump. Il nostro giudizio si basa sulla previsione che Trump tenga fede alla sua promessa d’implementare un’ampia serie di aumenti dei dazi nell’ambito della nuova amministrazione. Questo scenario potrebbe essere altamente inflazionistico e la nostra analisi suggerisce che l’inflazione headline potrebbe registrare un rialzo fin dell’1% nel caso in cui venissero implementati dazi del 10% per un’ampia gamma di beni e partner commerciali.
Una simile impennata dell’inflazione impedirebbe probabilmente alla Fed di tagliare i tassi in modo significativo nel 2025. Il rallentamento della crescita e il rialzo dell’inflazione non favorirebbero un futuro rally del reddito fisso. Ci aspetteremmo che centinaia di miliardi di asset, che si sono già spostati più in là lungo la curva, in previsione di tagli dei tassi, riconfluiscano nella liquidità e negli asset con una breve duration, con effetti dirompenti per il reddito fisso.
Vittoria di Trump: l’impatto sugli asset rischiosi
Una vittoria di Trump, invece, potrebbe essere non necessariamente negativa per gli asset rischiosi. Potremmo facilmente prevedere uno scenario in cui gli investitori azionari si concentrano sui benefici percepiti di tasse più basse, minore regolamentazione e maggiori attività di fusione e acquisizione (M&A). In questo modo, si potrebbe assistere a un ampio rally subito dopo le elezioni. Tuttavia, rileviamo che, dal punto di vista del reddito fisso, un cambiamento importante nelle prospettive inflazionistiche negli USA avrebbe un peso molto maggiore sulle valutazioni e sui flussi futuri in questa classe d’investimento.
I dazi di Trump: l’impatto sull’inflazione
L’esperienza della precedente amministrazione Trump suggerisce che, piaccia o meno, Trump raramente diluisce le sue proposte. E provare a “leggere tra le righe” è sempre stato più utile che tentare di interpretare le sue intenzioni. Da tempo, Trump parla spesso di dazi del 10% a discapito della maggior parte dei partner commerciali, soprattutto nei suoi discorsi elettorali. Inoltre, crede fermamente che i dazi doganali porteranno miliardi di dollari nelle casse degli Stati Uniti, il che riduce la probabilità di un pacchetto di dazi più ridotto.
L’ultima volta, le tariffe hanno interessato un gruppo relativamente ridotto di beni e un solo partner commerciale. Questa volta ci aspettiamo un paniere molto più ampio di beni e partner commerciali globali, amici e nemici. È difficile immaginare che un’ampia escalation dei dazi non sarebbe un fattore inflazionistico, soprattutto quando molti importatori hanno diversificato le fonti di approvvigionamento per ridurre la dipendenza dalla Cina. Tuttavia, queste strategie sarebbero di scarso aiuto in questa potenziale nuova era di guerre commerciali. Non rileviamo uno scenario in cui i dazi non vengano trasferiti ai consumatori statunitensi. I nostri modelli suggeriscono un possibile aumento dell’inflazione headline fino all’1%.
Non riteniamo che gli Stati Uniti debbano prepararsi a una profonda recessione. I consumatori statunitensi rimangono in condizioni relativamente favorevoli, così come i bilanci aziendali. Sebbene i dazi non siano graditi, si registrerà una certa compensazione grazie alla riduzione delle tasse e della burocrazia aziendale.
Come posizionerete i portafogli nel reddito fisso nei due scenari
In uno scenario di vittoria di Harris, ci aspettiamo che il denaro continui a fluire ulteriormente verso la parte più lunga della curva, scommettendo su molteplici tagli dei tassi per il futuro e puntando a incrementare i rendimenti totali grazie a un incremento della duration dei portafogli. In questo caso, le nostre strategie privilegerebbero un orientamento verso curve dei rendimenti dei titoli di Stato più inclinate, mentre nel credito dedicherebbero una maggiore attenzione alla compressione degli spread.
In uno scenario di vittoria di Trump, invece, punteremmo a riposizionarci in modo aggressivo verso i titoli con una duration breve e a ridurre l’esposizione agli asset con rating inferiori e di duration lunga, mentre i mercati si preparano alla stagflazione e la Fed non è in grado di tagliare i tassi.
Focalizzarsi su asset di qualità superiore e con una duration più breve potrebbe essere sufficiente a proteggere i portafogli da rendimenti totali negativi; ma è plausibile che si registrino rendimenti totali negativi a livello di benchmark. Da ultimo, ci aspetteremmo un ritorno degli investitori nella parte più lunga della curva, ma a un punto di valutazione diverso da quello attuale.