MUFG Bank – I risultati della COP29: sulla carta, uno storico accordo sulla finanza per il clima

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Storico accordo sulla finanza per il clima, aspramente criticato

La COP29 si è conclusa con uno storico accordo – seppur aspramente criticato – sulla finanza per il clima. Dopo due settimane di negoziati estenuanti, la presidenza della COP ha faticato a mantenere il controllo, con tensioni geopolitiche pervasive e i principali emettitori che sono rimasti in silenzio. Il linguaggio riguardante la transizione dai combustibili fossili è stato osteggiato, e il settore privato è stato quasi del tutto assente. Questa “COP finanziaria” non ha soddisfatto le aspettative, con finanziamenti climatici considerati insufficienti.

Le deliberazioni più significative hanno riguardato due dimensioni centrali:

  1. Nuovo Obiettivo Collettivo Quantificato (NCQG) sul finanziamento climatico. I mercati sviluppati guideranno un nuovo obiettivo di finanziamento climatico (volontario) di almeno 300 miliardi di dollari all’anno (rispetto ai precedenti 100 miliardi) entro il 2035 per i mercati emergenti, come parte di un totale di almeno 1.300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035 (provenienti da fonti pubbliche e private). Questo NCQG presenta diverse ambiguità. La questione dei finanziamenti a fondo perduto rispetto ai prestiti non è stata affrontata. La somma non è completamente composta da finanziamenti pubblici: sono inclusi tutti i tipi di risorse, tra cui pubbliche, private, istituzioni multilaterali (MDB) e contributi volontari tra Paesi del Sud globale. Non è chiaro come verrà colmato il divario tra i 300 miliardi di dollari e il totale di 1.300 miliardi provenienti da tutti gli attori e tutte le fonti di finanziamento. Una roadmap “da Baku a Belém” per raggiungere i 1.300 miliardi sarà finalizzata nel 2025.
  2. Articolo 6 dell’Accordo di Parigi. Sono stati compiuti progressi sull’operatività dei mercati globali del carbonio previsti dell’ Articolo 6, attribuendo al Supervisory Body del meccanismo dell’Articolo 6.4 la responsabilità di garantire l’integrità dei crediti emessi. Ciò include lo sviluppo e la supervisione dei requisiti e dei processi necessari per l’operatività del meccanismo, come l’approvazione delle metodologie, la registrazione delle attività, l’accreditamento degli enti di verifica terzi e la gestione del registro del meccanismo.
    Il percorso verso la COP30 in Brasile

A nostro avviso, nel complesso la COP29 si è piegata troppo alle forze della diplomazia e troppo poco alle realtà della scienza. A cosa prestare attenzione in vista della COP30 del novembre 2025? Febbraio 2025 segna la scadenza per gli aggiornamenti dei Contributi Determinati a livello nazionale (NDC) del 2035. Le imposte sul carbonio stanno diventando una realtà, con l’Organizzazione marittima internazionale (IMO) che dovrebbe concordare un meccanismo di tariffazione del carbonio per il trasporto marittimo nell’aprile 2025. È probabile un’azione più concreta sulla “riduzione graduale dei combustibili fossili”, visti i contenuti dell’ultimo NDC presentato dal Brasile. La COP30 vedrà anche la conclusione del programma di lavoro “EAU-Belém” per sviluppare indicatori e obiettivi per l’adattamento. Infine, la biodiversità sarà al centro dell’attenzione, data l’importanza delle foreste amazzoniche e la convergenza tra le discussioni sul clima e la biodiversità negli ultimi anni.