outlook 2025: obbligazioni dell’Europa dell’est: interessanti nonostante le incertezze

Team CEE & Global Emeging Markets di Raiffeisen Capital Management. -

Le obbligazioni di emittenti dell’Europa centrale e orientale hanno generato rendimenti complessivamente rispettabili negli ultimi dodici mesi. Quali sono le prospettive per il 2025?

I mercati obbligazionari dell’Europa centrale e orientale, come quasi tutti i mercati obbligazionari, sono attualmente in bilico tra tendenze macroeconomiche e sviluppi (geo)politici contrastanti.

Opportunità e sfide

Tra gli aspetti positivi vanno citati soprattutto i tassi di inflazione più bassi e per lo più in ulteriore calo e i previsti (ulteriori) tagli dei tassi di interesse nella regione e a livello globale. Ciò dovrebbe portare a un (ulteriore) calo dei rendimenti obbligazionari e quindi a un aumento dei prezzi delle obbligazioni.

Sul fronte negativo, lo slancio economico nell’Europa orientale e centrale rimane debole, con scarsi segnali di ripresa nell’intera regione.

Differenze economiche nell’Europa orientale

Per quanto riguarda i singoli Paesi, invece, il quadro è un po’ più differenziato, in parte a causa delle diverse strutture economiche e del disomogeneo margine di manovra fiscale. Soprattutto i Paesi fortemente dipendenti dalle esportazioni (ad esempio Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria) risentono dei problemi economici della Germania. Paesi come la Polonia, dove i consumi interni giocano un ruolo maggiore, se la cavano un po’ meglio. Tuttavia, in generale si avverte una certa riluttanza a spendere da parte di molti consumatori. Se questa si attenuasse un po’ nel corso del prossimo anno, ci sarebbe un impulso positivo per l’economia.

Le valute dell’Europa centro-orientale si sono leggermente indebolite rispetto all’euro

Un’importante componente di guadagno per gli investitori della zona euro che investono in obbligazioni in valuta locale dell’Europa orientale è l’andamento delle rispettive valute nazionali rispetto all’euro, sia in positivo che in negativo. Naturalmente, le obbligazioni in euro dei debitori dell’Europa orientale non presentano problemi di valuta. Tuttavia, il tasso di interesse è solitamente inferiore a quello delle obbligazioni in valuta locale. Le diverse o mutevoli valutazioni del rischio per i rispettivi emittenti si riflettono nei premi di rendimento di queste obbligazioni in euro rispetto ai titoli di Stato tedeschi. Con l’incombere della presidenza Trump negli Stati Uniti, le valute dell’Europa centro-orientale si sono recentemente indebolite rispetto all’euro.

Mercati finanziari in stand-by

Non è ancora chiaro cosa farà l’amministrazione Trump in termini di commercio estero e politica monetaria. Tuttavia, si presume che ci sarà un impatto negativo sull’Europa. Ciò non deve necessariamente derivare da misure dirette degli USA contro l’Europa; è anche ipotizzabile, ad esempio, che la Cina dirotti sempre più verso l’Europa le merci che non può più esportare negli USA. In una certa misura, i mercati finanziari hanno già scontato l’avvicendamento dei poteri negli Stati Uniti, in particolare attraverso i tassi di cambio. Tuttavia, non sono (ancora) in grado di farlo interamente fino a quando le misure del governo Trump non saranno finalizzate o almeno annunciate. Le incertezze in questo senso probabilmente persisteranno per qualche tempo e rappresentano un certo fattore negativo.

I fondi dell’UE forniscono un forte sostegno alla regione

Tuttavia, ci sono anche aspettative positive, ad esempio per la Polonia. I fondi di aiuto dell’UE, bloccati per lungo tempo ma ora sbloccati, forniranno probabilmente un forte impulso economico positivo nei prossimi trimestri. Anche la Croazia e la Romania stanno beneficiando notevolmente dell’afflusso di fondi dal bilancio dell’UE. In generale, l’Unione Europea sta attualmente fornendo un forte sostegno alla grande maggioranza dei Paesi della regione. Nel caso dell’Ungheria, tuttavia, una parte significativa di questi fondi comunitari rimane bloccata. Attualmente è impossibile prevedere se e quando l’Ungheria sarà in grado o disposta a soddisfare le condizioni poste da Bruxelles per lo sblocco di questi fondi.

Miglioramenti tangibili in Turchia

Uno dei mercati obbligazionari più interessanti e importanti, ma anche più rischiosi, dell’Europa orientale è la Turchia. Le riserve valutarie del Paese sono aumentate in modo significativo e si sono registrati notevoli progressi nella riduzione della dipendenza dal dollaro USA o dagli afflussi di dollari permanentemente richiesti. L’inflazione, che ha galoppato a lungo, si ridurrà significativamente nei prossimi mesi, il che sarebbe positivo per gli investitori obbligazionari, la valuta e l’economia nel suo complesso.

A proposito di inflazione, questa continua a puntare verso il basso in quasi tutti i paesi dell’Europa centro-orientale. Tuttavia, in alcuni paesi sono previste contromosse almeno temporanee, dato che i precedenti programmi governativi per limitare gli aumenti dei prezzi (ad esempio per l’energia o i generi alimentari) stanno giungendo al termine. In generale, tuttavia, la questione dell’inflazione ha attualmente un ruolo subordinato sui mercati obbligazionari dell’Europa orientale.

La fine della guerra in Ucraina sarebbe positiva per i mercati

La guerra in Ucraina rimane un fattore negativo latente, in particolare per la disponibilità degli investitori internazionali a investire, ma anche per le stesse aziende dell’Europa orientale. La fine della guerra sarebbe uno sviluppo molto positivo anche per i mercati finanziari della regione, soprattutto se ci sarà una soluzione del conflitto praticabile a lungo termine