guerre e bilanci, il prezzo nascosto che divora il nostro futuro
I costi dei conflitti globali non si misurano solo in vite umane, ma anche nel progressivo smantellamento dei servizi essenziali per i cittadini. È il tema su cui l’associazione Codici lancia un nuovo allarme, invitando ad una riflessione affinché finalmente si intraprenda la strada della diplomazia per disinnescare le tante guerre che stanno sconvolgendo lo scenario internazionale.
“L’obiettivo della Nato di destinare il 2% del PIL alle spese militari – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – sta spingendo l’Italia verso un progressivo aumento degli investimenti nel settore Difesa. Questa tendenza contrasta fortemente con la situazione dei servizi pubblici, che continuano a soffrire a causa di risorse insufficienti. Pensiamo alla Sanità, dove gli ospedali faticano a garantire l’assistenza di base, con il cronico problema della carenza di personale e delle liste di attesa, che si ripercuotono sui pazienti. Il quadro peggiora se spostiamo lo sguardo al futuro. L’attuale instabilità geopolitica prospetta scenari preoccupanti: sta generando flussi migratori senza precedenti, con implicazioni sociali ed economiche che vanno oltre i confini nazionali, e sta frammentando le catene globali di approvvigionamento, provocando instabilità nei mercati ed aumentando l’imprevedibilità degli investimenti internazionali. Il tutto accompagnato da una corsa agli armamenti preoccupante. C’è il rischio di un rallentamento significativo dello sviluppo economico globale, con un aumento importante delle disuguaglianze sociali ed economiche. È necessario un cambio di prospettiva: privilegiare diplomazia, cooperazione e risoluzione pacifica dei conflitti non è solo un imperativo morale, ma un investimento concreto nel benessere collettivo e nella sostenibilità del nostro futuro”.