La Corsa all’Oro dello Spazio
Lo spazio non ha confini, ma è davvero di tutti? Questa è uno dei tanti interrogativi
da cui parte la riflessione di Antonio Prigiobbo, designer e analista della tech
economy, nonché founder di NAStartUp, nel suo saggio “La Corsa all’Oro nello
Spazio”.
Nel saggio Prigiobbo analizza i numeri della space economy ,che potrebbe
superare 1 trilione di dollari entro il 2040, e le opportunità offerte da questo settore
spaziano dall’osservazione della Terra al turismo spaziale, fino alla ricerca
biotecnologica e al mining spaziale. Tuttavia, la crescente competizione solleva
interrogativi su inclusività, sicurezza e sovranità digitale.
Una nuova era dell’economia spaziale
Secondo Prigiobbo la space economy sta trasformando settori chiave come il
monitoraggio climatico, la gestione delle emergenze e l’ottimizzazione delle risorse
naturali. Le infrastrutture necessarie per sostenere questa crescita, come basi e razzi
spaziali, conferiscono un potere strategico a chi le detiene. Per l’Italia e l’Europa, è
cruciale assumere un ruolo attivo in questa sfida globale, che coinvolge
comunicazioni, energia, difesa e sostenibilità.
Dalla cooperazione alla competizione
La storia dell’esplorazione spaziale è radicata nella competizione tra superpotenze. A
partire dal lancio dello Sputnik 1 nel 1957, la corsa allo spazio è stata un simbolo della
Guerra Fredda, culminata nel 1969 con il primo uomo sulla Luna. Tuttavia, la caduta
del Muro di Berlino ha segnato l’inizio di un periodo di cooperazione scientifica e tecnologica, che ha portato alla nascita di stazioni spaziali come la ISS e la
Tiangong cinese.
«Nonostante questi progressi, il panorama attuale è dominato dalla privatizzazione
del settore spaziale. Negli Stati Uniti, il modello New Space ha aperto la strada alla
collaborazione pubblico-privata, con protagonisti come SpaceX di Elon Musk e Blue Origin di Jeff Bezos.
Questo approccio ha ripristinato l’autonomia spaziale
americana, ma ha anche evidenziato la dipendenza tecnologica di molti paesi»,
evidenzia Prigiobbo.
Sovranità digitale e geopolitica
La recente guerra in Ucraina ha dimostrato il ruolo cruciale dei sistemi satellitari
nella comunicazione e nella difesa. L’intervento di Elon Musk con StarLink, fornendo
connessioni internet satellitari all’Ucraina, ha sottolineato come il potere
tecnologico possa influenzare direttamente gli equilibri geopolitici.
Questo episodio evidenzia l’urgenza per l’Europa e altri paesi di sviluppare
infrastrutture indipendenti per garantire la propria sovranità digitale.
Il Far West dello Spazio
Tuttavia, l’assenza di una regolamentazione internazionale chiara rende lo
spazio una nuova frontiera per affari e competizione
«Oggi, le orbite basse sono occupate da migliaia di satelliti, principalmente americani
e cinesi, che offrono connettività a banda larga e altri servizi. Mentre gli Stati Uniti
puntano su una rapida espansione delle costellazioni private, la Cina sta sviluppando
un sistema di 13.000 satelliti per garantire la propria autonomia tecnologica»,
avverte Prigiobbo.
Una Sfida Globale
Con una previsione di 200.000 satelliti in orbita bassa entro il prossimo decennio, la
sostenibilità dello spazio è una questione critica. Gli incidenti, come la collisione del
2009 tra un satellite americano e uno russo dismesso, evidenziano la necessità di
regolamentare il traffico spaziale. Startup come LeoLabs stanno lavorando a
sistemi di gestione del traffico spaziale, ma servono norme internazionali
condivise per affrontare problemi come i detriti spaziali e la concorrenza tra
operatori.
«È fondamentale che il dibattito sulla gestione dello spazio diventi prioritario. La
mancanza di regole potrebbe compromettere non solo l’ecosistema spaziale, ma
anche la sostenibilità di un’economia globale sempre più dipendente dalle
infrastrutture satellitari. Lo spazio è un patrimonio dell’umanità e deve essere gestito
con responsabilità per garantire un futuro equo e sostenibile», conclude
Prigiobbo.
Antonio Prigiobbo è un giornalista e designer, analista del fenomeno delle startup e
dell’innovazione in italia, è fondatore di NAStartUp, acceleratore civico dal basso, un
network che può contare su più di 10 mila utenti, premiato da UBI Global come una delle
migliori pratiche