78^ edizione del Festival di Cannes. L’Italia con “Fuori” di Mario Martone in corsa per la Palma d’oro (14-22 maggio)
78^ edizione del Festival di Cannes —
Di Laura Damiola —
Si chiamava Goliarda era un’attrice, era un’anarchica, era figlia della direttrice del Grido del popolo dove scriveva Antonio Gramsci, era una scrittrice.
Libera, anticonformista, contradditoria, incompresa, Goliarda Sapienza era una donna che aveva deciso di fare della propria vita una prova di autenticità. Nell’unico film italiano in concorso al Festival di Cannes, Fuori, del regista Mario Martone, é raccontata la storia di amicizia, di amore e di libertà dell’autrice del romanzo, l’Arte della gioia. L’attrice protagonista è Valeria Golino. Il film ci racconta le vicissitudini della scrittrice nelle carceri di Rebibbia, dove la donna incontrerà alcune giovani detenute (interpretate dalle attrici Matilda De Angelis ed Elodie). Per Goliarda quell’esperienza sarà una rinascita. Una volta fuori dalla prigione, le donne continueranno a frequentarsi e Goliarda stringerà un rapporto profondo con Roberta, delinquente sì, ma attivista politica.
Il film racconta di figura estremamente contemporanea: è una donna padrona di sé stessa, che sfida la società patriarcale, decisa a vivere un’esistenza felice, secondo le proprie regole. E diventerà a sua insaputa dopo la sua morte nel mondo un’icona woke che ha ispirato Palme d’oro recenti come Titane di Julia Ducorneau.
Il Festival di Cannes ci dimostra dal 1946, che il Cinema é un passo avanti alla società. Invece di giudicare, restituisce la complessità delle nostre esistenze. Invece di denunciare, ti suscita degli interrogativi. Piuttosto che generalizzare, gli interessano le storie di ogni singolo, quelle degli individui che vivono la propria esistenza. “ E anche l’anno scorso hanno vinto due storie di vita per raccontarci vite ai margini Anhora Palma d’oro, con uno sguardo unico del regista Sean Baker, tra farsa e neorealismo per ricordarci che l’autenticità ha sempre un prezzo e che la complessità trasforma quello che sembrava uno scherzo in un discorso serio e profondo. Anhora si riapproprierà di sé stessa per tornare a una realtà nuda e sincera…
La Histoire de Solymane
Nella selezione un Certain regard ha vinto nel 2024 l’Histoire de Solymane di Boris Lojkine. E’ la storia di uno dei lavori più precari della nostra epoca: quello dei rider, che effettuano consegne a domicilio attraverso piattaforme digitali. Come spesso accade, Souleymane è un migrante senza documenti. La sua storia è ambientata nelle strade di Parigi, ma potrebbe trattarsi di qualsiasi altra città, come Milano o Roma.
“Questa è la vita, non c’è il bene perfetto, né il bello perfetto, né il male perfetto. Tutto si deve alternare per essere in grado di essere vita e per non smarrirsi tra le ali menzognere della ragione” direbbe Goliarda Sapienza
Un Certain regard 2025
Quest’anno sono tre registi italiani anche nella sezione Un certain regard Alessio Rigo De Righi e Matteo Zoppis con Testa o Croce? e Francesco Sossai, con Le città di pianura. Il primo film racconta la storia d’amore di Rosa e Santino. Lei uccide il marito per fuggire con Santino, ma è proprio il suo amante ad essere accusato dell’omicidio. Deciderà di salvarlo e di confessare o lascerà che la cittadina da cui sono fuggiti lo creda per sempre un assassino?
Il lungometraggio di Sossai, invece, è un road trip in cui un giovane architetto diventa un inaspettato compagno di viaggio di due strambi amici di vecchia data molto piu’ grandi di lui con l’ossessione di bere un bicchiere……
Nessun film italiano è stato invece selezionato tra gli undici film in programma alla 64/a Semaine de la Critique), una delle sezioni parallele del Festival di Cannes e nella Quinzaine des Cinéastes, ma l’attore Pierfrancesco Favino è tra i protagonisti del film di apertura, ‘Enzo’ con la regia di Robert Campillo che ha diretto il film del grande Laurent Cantet (Palma d’oro per La Classe) prematuramente scomparso prima delle riprese e suo grande amico.
La Quinzaine anche auest’anno si pone come un baluardo di libertà “in un mondo – dicono gli organizzatori – turbolento e tormentato su tutti i fronti da atteggiamenti reazionari” e in cui “il ruolo sovversivo dell’arte è minacciato e le grandi opere sono cancellate, i cineasti di tutti i continenti si oppongono ferocemente a queste tendenze. La ricchezza e il dinamismo del cinema delle giovani generazioni sono intatti”. Quest’anno è l’attrice francese Juliette Binoche a presiedere la giuria del 78mo Festival di Cannes: è un’artista impegnata, che ha preso posizione a favore dei diritti umani, dell’ambiente e contro la violenza sulle donne.
Il 13 maggio, all’inaugurazione, Robert De Niro riceverà la Palma d’oro alla carriera. De Niro torna a Cannes dopo 14 anni: aveva presieduto la giuria del Festival nel 2011. Robert De Niro oggi dice: “Ho sentimenti così forti per il Festival di Cannes. Specialmente ora che ci sono così tante cose nel mondo che ci allontanano, Cannes ci unisce: narratori, registi, fan e amici. È come tornare a casa”.