Clear Summit 2025: gli italiani vogliono Bitcoin in banca

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Un italiano su due cambierebbe banca per avere servizi di investimento in cripto-attività.
È quanto emerge dalla ricerca di mercato presentata al Clear Summit 2025, l’evento
promosso da CheckSig per facilitare l’incontro tra finanza tradizionale e crypto-asset.

Il Clear Summit 2025 ha raggiunto oltre 500 professionisti del mondo
della finanza, 200 dei quali hanno partecipato in presenza all’evento organizzato da
CheckSig. Interessati a capire come Bitcoin e crypto-asset stanno cambiando i portafogli
di investimento, hanno seguito gli interventi di protagonisti dell’industria e dell’università,
regolatori, politici e giornalisti. In particolare, sono stati presentati risultati quantitativi che
dimostrano la bassa correlazione di Bitcoin con le altre asset class e la richiesta degli investitori
italiani di poter accedere a servizi finanziari cripto offerti da banche e intermediari tradizionali.

L’innovazione nei mercati maturi

L’evento è partito con il keynote speech di Federico Grom: l’imprenditore ha raccontato la sua
esperienza di successo nell’innovare il mondo del gelato offrendo spunti di provocazione per il
settore della finanza.

Gli italiani vogliono Bitcoin in banca

La notizia più significativa presentata al Clear Summit è la richiesta degli investitori italiani per servizi Bitcoin                                                          e cripto offerti da operatori tradizionali. È quanto emerge dal Crypto
Banking Survey 2025, condotto su un campione rappresentativo di 1.000 italiani tra i
20 e i 60 anni, occupati e bancarizzati. La ricerca è stata illustrata da Michele Mandelli
(managing partner CheckSig) e Alberto Grisoni (direttore di AziendaBanca). “Il 24%
degli intervistati ha già investito in criptovalute e un ulteriore 29% intende farlo in futuro”, ha
spiegato Mandelli. “Ma il dato più rilevante è che il 68% si aspetta che la propria banca offra uno o più                                                          servizi legati alle cripto, tra cui conti dedicati, possibilità di acquisto/vendita e
consulenza qualificata”. Un cambiamento, quello delle abitudini finanziarie, che secondo
Mandelli è destinato ad accelerare: “Chi oggi investe in strumenti finanziari tradizionali o
dispone di patrimoni significativi considera ormai le criptovalute una vera e propria asset class”.

E lancia un monito al sistema bancario: “un italiano su due si dice disposto ad aprire un
conto presso un’altra banca per accedere a servizi cripto”.

Contesto di mercato

Il Clear Summit ha offerto anche un’analisi di mercato aggiornata al primo trimestre 2025.

Nonostante un calo del 19% della capitalizzazione globale delle criptovalute, Bitcoin ha
mostrato resilienza, mantenendo volumi di scambio robusti e limitando le perdite, in un contesto
reso incerto da tensioni geopolitiche, timori di recessione e nuove politiche commerciali globali.

Ferdinando Ametrano (direttore scientifico del Digital Gold Institute e CEO di
CheckSig) ha presentato il report trimestrale dell’Istituto, evidenziando che
“contrariamente a quanto spesso si legge, l’analisi quantitativa conferma la bassa o
trascurabile correlazione di Bitcoin con le asset class tradizionali. Per questo Bitcoin
rappresenta una straordinaria opportunità di diversificazione per i portafogli di
investimento. Inoltre, Bitcoin continua a distinguersi per solidità rispetto al resto del comparto”.

Cripto e finanza tradizionale

Questo scenario, sempre più maturo e regolamentato, sta spingendo anche i grandi attori della
finanza europea a muoversi nel settore. BBVA e Deutsche Börse sono già operative sui servizi
cripto, e Intesa Sanpaolo potrebbe presto seguire. Un’evoluzione che trova conferma anche nel
panel con esponenti della finanza tradizionale come Simone Calamai (Fundstore), Antonio
Cesarano (Intermonte SIM), Luisa Graziani (Romed) e Giordano Martinelli (AcomeA SGR).

Tutti hanno riconosciuto la rilevanza strategica degli asset digitali nella costruzione dei
portafogli e discusso le sfide operative e normative che attendono il settore. Il messaggio
condiviso è chiaro: le cripto non sono più una nicchia, ma una realtà con cui la finanza
tradizionale deve confrontarsi, con anche il sostegno delle autorità di vigilanza.

Il ruolo della politica e dell’educazione finanziaria

Il Clear Summit ha dato spazio a un dialogo ampio sul ruolo dei crypto-asset nel sistema Paese.
I parlamentari presenti – Giulio Centemero (Lega), Marcello Coppo (Fratelli d’Italia),                                                                                  Gianmauro Dell’Olio (Movimento 5 Stelle) e Cristina Tajani (Partito Democratico) – hanno
discusso delle opportunità legate all’innovazione digitale e della necessità di una
regolamentazione chiara e non discriminatoria, anche dal punto di vista fiscale.
Particolarmente sentito anche il tema dell’educazione finanziaria toccato da Pasquale Munafò
(Consob) e Emanuela Rinaldi (Università Bicocca), che hanno sottolineato l’importanza di
costruire percorsi di consapevolezza per un uso corretto e sicuro della finanza digitale.

Guardando al futuro

Il Clear Summit 2025 è stata l’occasione di fare il punto sui cambiamenti degli ultimi 12 mesi
nell’interazione tra mondo cripto e finanza tradizionale. Quanto era stato prospettato
nell’edizione 2024 in termini di crescita del prezzo Bitcoin e dell’adozione globale della nuova
asset class ha effettivamente trovato conferma nelle dinamiche del mercato e della sua
regolamentazione. I prossimi mesi saranno la verifica dell’apertura degli operatori
finanziari italiani ed europei. L’appuntamento è per il Clear Summit 2026.