La bioeconomia secondo la FAO: leva strategica per trasformare i sistemi agroalimentari globali
La bioeconomia secondo la FAO
Da tempo la FAO ribadisce con forza la centralità della bioeconomia come chiave per la trasformazione sostenibile dei sistemi agroalimentari. Il Forum Globale per l’Agricoltura e l’Alimentazione 2025 (GFFA), tenutosi a Berlino in gennaio, ha coinvolto oltre 80 Paesi e organizzazioni internazionali: temi di base “Coltivare una bioeconomia sostenibile” e l’urgenza di coniugare sicurezza alimentare, innovazione e tutela ambientale. Un impegno concreto che mira a promuovere politiche, strategie e incentivi condivisi, rafforzando il coordinamento internazionale e lo scambio di conoscenze.
Durante il forum, Kaveh Zahedi, direttore dell’Ufficio FAO per il Cambiamento Climatico, la Biodiversità e l’Ambiente, aveva sottolineato come la bioeconomia rappresenti una risposta concreta alle crisi intrecciate che il mondo affronta: conflitti, rallentamenti economici e cambiamenti climatici. Una bioeconomia ben governata, secondo Zahedi, può rendere i sistemi agroalimentari più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili.
Una sessione parallela, moderata dalla FAO e dedicata alle implicazioni sociali della transizione verso la bioeconomia, ha posto l’accento sull’urgenza di ridurre le disuguaglianze, sia all’interno dei Paesi che tra le nazioni. I ministri partecipanti si sono impegnati a sostenere transizioni eque, rafforzare il diritto all’alimentazione, promuovere l’inclusione di donne, giovani e gruppi vulnerabili, e garantire l’accesso equo alla terra e ai benefici economici.
Tra le criticità emerse figurano gli alti costi di produzione dei prodotti bio-based, dazi elevati su quelli trasformati e la carenza di infrastrutture nei Paesi a basso e medio reddito. Le proposte per affrontare tali ostacoli includono riforme di politica commerciale, studi sul comportamento dei consumatori e investimenti mirati nello sviluppo delle aree rurali.
Uno dei momenti clou del GFFA è stato l’evento ministeriale ad alto livello organizzato dalla FAO sulla riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari, con la partecipazione di rappresentanti della Commissione Europea, della Banca Mondiale, dell’Unione Africana e dei governi di Australia, Albania e Ucraina. Proprio il ministro ucraino Vitaliy Koval ha richiamato l’attenzione sulla necessità di infrastrutture alimentari decentralizzate per garantire la sicurezza alimentare in contesti di conflitto.
Un aggiornamento in giugno 2025
Da Berlino è arrivato un messaggio chiaro: la bioeconomia non è più una nicchia sperimentale, ma un asse strategico della politica agricola e alimentare globale. E la FAO intende guidare questa trasformazione, facilitando un partenariato globale che metta al centro innovazione, equità e sostenibilità.
Obiettivi di questa settimana a Berlino: discutere di fame e malnutrizione, del ruolo del multilateralismo nel proporre soluzioni concrete e del perché i progressi non sono abbastanza rapidi, soprattutto nelle crisi prolungate e nei focolai di fame. Concentrarsi sui diritti fondiari, sugli approcci trasformativi di genere e su catene del valore agrofruttifero più inclusive e sostenibili al di là delle colture da esportazione.