Inps: conti in rosso fino al 2025

di Walter Quattrocchi -

Secondo il presidente del Consiglio di vigilanza, Pietro Iocca, l’istituto rischia il collasso, con perdite di 10 miliardi all’anno

Fino al 2025 l’Inps registrerà bilanci negativi, nell’ordine di 10 miliardi di euro all’anno. L’allarme è stato lanciato da Pietro Iocca, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, in audizione alla Camera davanti alla commissione Enti gestori.

La previsione negativa sui conti dell’istituto, guidato da Tito Boeri, deriva, secondo l’esponente del Civ (organismo composto da sindacati, associazioni di imprese e rappresentanti dei ministeri), dalle proiezioni sui bilanci tecnici attuariali al primo gennaio 2014.

Sui conti dell’Inps peseranno, per i prossimi dieci anni – sottolinea il presidente dell’organo di vigilanza dell’istituto – il progressivo invecchiamento della popolazione e la difficoltà per i più giovani di ottenere una continuità retributiva.

Lo stesso Iocca ha ricordato che nel 2014 la gestione economica Inps ha presentato un risultato di esercizio negativo per 12.485 milioni di euro, derivante da un rosso di 5.148 milioni di euro del comparto lavoratori dipendenti e dal disavanzo di 7.337 milioni di euro delle altre gestioni previdenziali (le gestioni che non destano preoccupazioni sono invece quelle dei parasubordinati e dei lavoratori dello sport e spettacolo – ex Enpals).

Oltre che sul personale dell’ente (ormai decimato dal blocco del turn over del pubblico impiego e con un’età media vicina ai 54 anni, superiore a quella di altri enti pubblici), secondo il presidente del Civ, occorre intervenire urgentemente sul patrimonio immobiliare, che non solo non frutta nulla, ma addirittura costa circa 250 milioni di euro all’anno perché gli affitti non coprono le spese di gestione.

A tal proposito, rimarca Iocca, andrebbe quantificato il patrimonio immobiliare, soprattutto alla luce dell’unificazione di Inps e Inpdap e andrebbe valorizzato il patrimonio culturale dell’ex Inpdap, che conta circa 6 mila opere d’arte, alcune di grandissimo valore, che potrebbero essere impiegate in mostre, ricavandone benefici economici.