Popolare Vicenza: il prezzo è basso

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Il Cda ha fissato la “forchetta” per l’aumento di capitale 0,10 e tre euro, al di sotto delle previsioni degli analisti

Tra un minimo, non vincolante, di 0,10 euro e un massimo, vincolante, di tre euro: è questa la “forchetta” di prezzo decisa ieri a tarda sera dal consiglio di amministrazione della Banca popolare di Vicenza per il prossimo aumento di capitale.

I due prezzi corrispondono a una valorizzazione del capitale economico della banca, post aumento, compreso fra circa 1.510 milioni e 1.800 milioni di euro, e risultano inferiori alle aspettative degli analisti. “Nel corso delle attività di pre-marketing e di investor education effettuate presso Investitori Istituzionali di elevato standing nazionale e internazionale sono emerse indicazioni di interesse non sufficienti a consentire la determinazione di uno specifico intervallo di valorizzazione indicativa secondo la normale prassi di mercato”, sottolinea la banca in un comunicato.

Per i soci che non hanno concorso alla trasformazione in società per azioni e hanno scelto di esercitare il diritto di recesso (che ha riguardato 271.339 azioni ordinarie, il 27% del capitale sociale) il prezzo era stato fissato a 6,30 euro per azione.

Il passo successivo verso l’aumento di capitale della banca vicentina dovrebbe compiersi già oggi, con il via libera della Consob al prospetto informativo: in tal caso l’offerta potrebbe partire giù domani, in concomitanza con il già annunciato road show. Il debutto sul listino della borsa milanese dovrebbe avvenire il 3 maggio.

Intanto ieri Unicredit, che era la banca capofila del consorzio di garanzia al servizio dell’aumento di capitale, ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Atlante, in base al quale il fondo varato dal sistema bancario italiano e gestito da Quaestio Sgr subentrerà a piazza Cordusio. Sarà dunque Atlante a farsi carico di tutto l’inoptato dell’operazione, e potrebbe arrivare anche a prendere il controllo della Popolare vicentina.

La scorsa settimana il fondo aveva chiesto alla Banca d’Italia e alla Bce l’autorizzazione a acquisire una partecipazione di maggioranza nella banca.

La sottoscrizione di parte degli aumenti di capitale è d’altra parte la principale funzione con cui è stato creato il fondo Atlante. L’altra è l’assunzione e la gestione dei crediti “non performing” delle banche italiane.