Assicurazioni, maxi multa dall’Antitrust

di Rosaria Barrile -

Sanzionate per oltre 3 milioni di euro UnipolSai, Hdi e Uniqa per pratiche aggressive nel recupero crediti

Multate per pratiche commerciali scorrette, “in quanto aggressive” nella fase di recupero dei propri crediti nei confronti dei clienti. A essere sanzionate dall’Antitrust sono state rispettivamente UnipolSai per 1,8 milioni, Hdi Assicurazioni per 850 mila euro e Uniqa Assicurazioni per 660 mila.

L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato una pratica messa in atto da tutte e tre le compagnie: l’inoltro sistematico di ricorsi per decreto ingiuntivo (Hdi) e atti di citazione in giudizio (Uniqa e UnipolSai), senza rispettare il foro territoriale competente, che corrisponde a quello di residenza del cliente.

Queste pratiche, secondo l’Antitrust, devono essere considerate scorrette perché, a prescindere dal fatto che la compagnia assicurativa abbia o meno ragione a esigere quel credito in tribunale, condizionano il comportamento del consumatore, che viene spinto a ritenere preferibile pagare l’importo richiesto piuttosto che affrontare un processo presso un tribunale diverso da quello della propria residenza, che comporterebbe un iter più costoso e molto più scomodo dal punto di vista logistico.

Se si mettono a confronto i testi dei tre provvedimenti emessi dall’Agcm, nei confronti di Unipol, di Uniqa e di Hdi, emerge come si sia arrivati alla sanzione.

La premessa di queste decisioni è che tutte le attività di recupero crediti sono valutabili come “pratiche commerciali post-vendita” disciplinate dalla Direttiva n. 2005/29/CE in materia di pratiche commerciali sleali.

Se si guarda al caso specifico della società Hdi, l’Autorità puntualizza come questa abbia inoltrato, in modo sistematico, “ricorsi per decreto ingiuntivo presso un unico foro, dunque un foro in molti casi diverso da quello in cui risiedono i consumatori con conseguente notifica agli stessi di decreti ingiuntivi, emessi da un giudice che in 868 casi non era quello territorialmente competente”.

Tale condotta, al pari di quella di UnipolSai e Uniqa, si traduce in una pratica commerciale “scorretta e aggressiva ai sensi degli aricoli 24 e 25 del Codice del Consumo, in quanto idonea ad indurre il consumatore ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso”, precisa l’Agcm. Che aggiunge, in tutti i provvedimenti presi nei confronti delle tre compagnie: “L’inoltro di ricorsi per decreto ingiuntivo presso una sede diversa da quella territorialmente competente è infatti una pratica idonea a esercitare, nei confronti dei consumatori interessati, un notevole grado di pressione psicologica suscettibile, nella sostanza, di determinare un significativo condizionamento delle scelte e dei comportamenti”. Pertanto, la pratica oggetto di contestazione risulta scorretta e aggressiva, “in violazione degli articoli 20, comma 2, 24 e 25 del Codice del Consumo, in quanto contraria alla diligenza professionale e idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico dei consumatori interessati”.