In attesa dell’OPEC, ecco perché il petrolio potrebbe salire nel 2020

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Segnali contrastanti potrebbero temperare il potenziale apprezzamento del petrolio dal momento che i dati in uscita sul mercato del lavoro Usa dovrebbero fornire una spinta al rialzo per il biglietto verde.

Nel frattempo, l’incertezza sulle mosse degli Stati Uniti circa un eventuale posticipo dei dazi previsti su 156 miliardi di dollari di beni cinesi a partire dal prossimo 15 dicembre a seguito dell’atto di buona volontà della Cina che ha annunciato che non applicherà gli aumenti dei dazi previsti sui semi di soia e sui maiali importati lascia un grande disorientamento tra gli investitori.

La riunione allargata dell’OPEC a Vienna dovrebbe concludersi con un accordo per un taglio della produzione di circa 500.000 barili al giorno in aggiunta agli attuali obiettivi di riduzione dell’offerta, mentre un’estensione oltre marzo 2020 potrebbe venire determinata in un incontro successivo.

Pertanto, a seguito dei passi in avanti registrati questa settimana, il potenziale movimento rialzista del petrolio potrebbe venire limitato dal momento che la prossima ottava sarà contrassegnata dall’IPO della Saudi Aramco.

L’incontro dei Paesi OPEC dovrebbe concludersi con un’ulteriore taglio della produzione, già scesa la scorsa settimana da 1,6 a 1,2 milioni di barili al giorno, a seguito del calo da  4,9 milioni di euro  delle scorte EIA.

Si tratta del maggior decremento degli ultimi tre mesi nonché del primo in cinque settimane. Con l’escalation delle tensioni politiche in corso in Iran e le possibilità che il Pentagono possa considerare l’impiego di migliaia  di soldati in aggiunta agli attuali a presidio della regione, tutto lascerebbe supporre un potenziale nuovo incremento dell’oro nero per il 2020.

Analogamente, il collocamento dell’1,5% di Saudi Aramco, che rimane esclusivamente riservata solo agli investitori domestici (retail o istituzionali che siano) e che dovrebbe realizzarsi l’11 dicembre, si stima possa raccogliere 25 miliardi e 600 milioni di dollari, battendo così la quotazione record di Ali Baba, ferma a 25 miliardi di dollari.

Saudi Aramco manterrebbe in ogni caso il primato, tra i produttori di petrolio, per la maggior valutazione di mercato a 1,7 trilioni di dollari, per quanto al di sotto delle aspettative di 2 trilioni di dollari formulate dal sovrano saudita.