Economia USA, il coronavirus spegne sul nascere una potenziale accelerazione

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Lo scoppio della guerra sul prezzo del petrolio in seno all’OPEC+, iniziata lo scorso fine settimana, rappresenta uno dei tre peggiori shock possibili per i mercati già colpiti dal coronavirus (gli altri due sarebbero un ipotetico blocco di alcuni settori dell’economia statunitense e una seconda ondata di contagi proveniente dalla Cina). Se la situazione economica continuerà a peggiorare, ci aspettiamo che nel prossimo meeting di marzo la Fed abbasserà i tassi di altri 50 punti base.

Le probabilità di una recessione USA sono aumentate per la combinazione di fattori, tra cui:

  • un calo nella produzione di shale oil
  • lo shutdown di Boeing
  • un calo nella fiducia di consumatori e imprese a causa del virus, che si è tradotto in una riduzione della spesa
  • i margini di profitto aziendali, già stressati da un mercato del lavoro molto ristretto a dalle problematiche relative ai dazi

La nostra matrice sul rischio recessione continua a indicare un segnale giallo (cautela), e crediamo il mercato sarà anche più pessimista fino a quando non saranno chiari il decorso dell’epidemia e la reazione a questa da parte degli USA.

La nostra matrice aveva registrato un trend positivo negli ultimi mesi e, nelle ultime settimane, il segnale complessivo era in procinto di passare da giallo a verde, ossia a un ritorno all’espansione economica. L’indice ISM New Orders è passato da rosso (recessione) a giallo nell’ultimo mese, grazie anche all’accordo commerciale, e altre variabili – come la crescita dei salari e le concessioni edilizie – hanno registrato dei miglioramenti pur non cambiando il colore del loro segnale. Due indicatori sono addirittura passati da giallo a verde: l’offerta di moneta e le commodity: l’espansione del bilancio della Federal Reserve ha contribuito infatti all’incremento dell’offerta di moneta, e il settore delle commodity ha tratto beneficio dalla caduta del prezzo del petrolio e dei trend positivi registrati dai prezzi nel segmento chimico e del legname, mentre gli input industriali come il rame e l’acciaio sono rimasti stabili.

Tuttavia, non appena si è iniziata a capire la gravità dell’epidemia nelle recenti settimane, la dashboard ha iniziato a mostrare i primi sintomi di deterioramento e il segnale generale resta giallo, in zona “cautela”. Tre indicatori hanno registrato dei peggioramenti, ma non tanto da cambiare il proprio segnale: l’ISM New Orders, gli spread creditizi e la curva dei rendimenti. Nonostante il miglioramento di commodities e offerta di moneta, sono state le variazioni di due indicatori non legati al virus che hanno mantenuto “giallo” il segnale complessivo: i margini di profitto delle aziende e il sentiment del mercato del lavoro. Anche se il miglioramento di commodity e salari dovrebbe allentare la pressione sui margini nel corso del tempo, in questo momento i profitti delle aziende restano vulnerabili.