AcomeA SGR – commento sulle decisioni del Consiglio Europeo

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Quanto emerso ieri dal Consiglio Ue è che i leader dei Paesi Membri hanno sostenuto e confermato il pacchetto di misure promosso dall’Eurogruppo: accesso al fondo salva stati (MES) fino al 2% del PIL senza condizionalità, che per l’Italia varrebbero ca. 36 miliardi; SURE da 100 mld come cassa integrazione europea contro la disoccupazione; erogazione di prestiti BEI focalizzati sulle pmi fino a 200 mld.

Per quanto riguarda il grande tema del “Recovery Fund”, I punti chiave sono due: come raccogliere i fondi e come distribuirli.

Sul primo punto, una proposta della Commissione aveva segnalato la volontà di potenziare il bilancio dell’UE (dall’1,2 al 2% del PIL), per un periodo di 2-3 anni, attraverso contributi maggiori. Per rendere l’idea, un aumento del bilancio UE al 2% del PIL per un periodo di 3 anni equivarrebbe a ca. 400mld di fondi aggiuntivi, che andrebbero nel “Recovery Fund”. In questo caso, il “Recovery Fund” potrebbe essere finanziato interamente all’interno del bilancio UE, e i fondi verrebbero redistribuiti fra i paesi dell’Unione come avviene oggi per i fondi strutturali.

Alcuni leader europei, hanno aperto la porta ad un estensione ulteriore della portata del “Recovery Fund”, per arrivare in tempi brevi intorno al trilione di euro di cui si parlava nei giorni scorsi. In questo caso, la strada da percorrere per finanziare il “Recovery Fund” sarebbe probabilmente attraverso il ricorso al mercato. La Commissione potrebbe emettere dei titoli sovranazionali acquistabili in parte anche dalla BCE.

A quel punto, le risorse raccolte verrebbero redistribuite fra i paesi dell’Unione (come nel primo caso), oppure come prestiti ai singoli paesi, con un meccanismo più simile al MES. Nel primo caso, non vi sarebbe un aumento diretto del rapporto debito/PIL extra per i singoli paesi. Nel secondo caso (come per il MES), sì.

In conclusione, non vi è ancora un accordo sulla dimensione o sul funzionamento del Recovery Fund, ma è stato dato un mandato chiaro e urgente alla Commissione per trovare una soluzione condivisa da tutti. Questo forte incoraggiamento ci sembra positivo a margine in termini di implicazioni per i mercati.

L’attenzione si sposterà adesso sulla prossima riunione della BCE. Dopo la recente decisione di abbassare i requisiti minimi di qualità del credito per le attività accettate come collaterali nell’ambito delle operazioni di rifinanziamento, è possibile attendersi un annuncio sull’ampliamento degli acquisti del PEPP tra qui e fine anno.