Bond emergenti, chi prima arriva … meglio alloggerà quando inizierà il rimbalzo

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Dopo il recente sell-off, il debito dei mercati emergenti sembra sempre più attraente. Anche se la volatilità dovesse persistere nel breve periodo, riteniamo che questo segmento potrebbe essere profittevole nel medio-lungo periodo. Abbiamo quindi aggiornato il nostro outlook per l’asset class, dato che riteniamo che gli investitori possano trarre vantaggio dalle recenti dislocazioni dei prezzi.

Nei mercati emergenti essere in anticipo paga

Troppo spesso gli investitori cercano di individuare il momento in cui i mercati toccano il fondo per rientrare in una specifica asset class. La storia ci insegna che nelle precedenti fasi di rallentamento, gli emergenti hanno visto una ripresa molto rapida. Gli investitori potrebbero quindi perdersela se aspetteranno di avere la certezza che il peggio sia ormai passato. Negli emergenti, essere in anticipo paga.

Con rendimenti a livello di indice superiori al 7%, il differenziale di rendimento tra i bond dei mercati emergenti e quelli dei mercati sviluppati indica che gli emergenti potrebbero essere uno degli investimenti più profittevoli nell’attuale contesto. Gli spread hanno raggiunto il picco mentre i rendimenti dei Treasury crollavano nel “flight to safety”. Le misure di stimolo adottate dai principali Paesi hanno aumentato ulteriormente la pressione al ribasso sui rendimenti core, supportando gli asset di credito.

Per questo riteniamo che i bond emergenti in valuta forte abbiano un grande potenziale. I rendimenti hanno toccato di recente livelli che dovrebbero compensare gli investitori per le fluttuazioni di prezzo nel breve periodo, generando potenzialmente ritorni solidi quando la pandemia rallenterà e i mercati si riprenderanno. Essere in anticipo è sempre rischioso in periodi di incertezza, anche se è necessario quando l’offerta di asset a prezzi convenienti è limitata. Riteniamo che acquistare bond emergenti agli attuali livelli di rendimento, vendendo le obbligazioni dei Paesi sviluppati con bassi rendimenti, potrebbe rappresentare un’opportunità interessante nel medio periodo.

Un approccio selettivo per cercare i fondamentali più solidi

Un approccio attivo e disciplinato è essenziale quando si aumenta l’esposizione sui mercati emergenti o si rientra nell’asset class in un contesto così complesso. Gran parte del recente sell-off ha riguardato gli ETF e ciò implica che anche i bond di Paesi con fondamentali relativamente stabili sono stati venduti in modo indiscriminato. Riteniamo siano proprio queste obbligazioni a rappresentare le migliori opportunità.

Quando i mercati si stabilizzeranno è improbabile che tutti i prezzi torneranno ai livelli pre-virus. Alcuni Paesi e settori probabilmente si riprenderanno a ritmi diversi rispetto ad altri. Una selezione bottom-up può aiutare a identificare Paesi e bond meglio posizionati per affrontare la volatilità e il potenziale rally una volta che il contesto sarà migliorato.

Un approccio attivo può anche svelare le correlazioni nascoste che potrebbero impattare sui rendimenti. Alcuni titoli di Stato IG, come Arabia Saudita o Qatar, sono più sensibili ai movimenti dei Treasury Usa. Durante il recente sell-off, i bond di questi Paesi spesso hanno retto meglio rispetto alle controparti emergenti, sostenute dal rally dei bond dei mercati sviluppati core. L’esposizione su tali Paesi può avere senso nel breve termine, ma il valore non sarà altrettanto elevato su un orizzonte più lungo. I bond investment grade fortemente correlati con i Treasury, che a nostro avviso non hanno molto margine di miglioramento, potrebbero essere in ritardo quando l’appetito verso il credito migliorerà.

Al contrario, riteniamo ci siano molti titoli di Stato con rating BB o BBB che potrebbero riprendersi nel medio termine. Russia, Brasile e Indonesia sono solo alcuni esempi di crediti emergenti che offrono ancora bilanci in salute e un contesto politico stabile, pur avendo sofferto il recente crollo dei prezzi.

Il peggio potrebbe essere alle nostre spalle

Le misure adottate dalle autorità nelle ultime settimane potrebbero contribuire a migliorare la stabilità dei mercati emergenti. Pur non potendo dire quando il sell-off dei mercati emergenti raggiungerà il picco, vediamo tre motivi di ottimismo nel medio termine:

  1. Lo stimolo fiscale dei governi e il supporto monetario delle banche centrali– Il supporto delle autorità in tutto il mondo probabilmente ridurrà gli effetti negativi della pandemia. Ci aspettiamo di vedere ulteriori pressioni sulle vendite nelle prossime settimane e mesi, ma le azioni delle autorità dovrebbero contribuire a mantenere i mercati funzionali e liquidi, il che ha già moderato i livelli di panico sui mercati.
  2. I programmi di riforma del Fondo Monetario Internazionale – Il FMI ha dichiarato di essere pronto ad erogare fino a $1.000 miliardi di prestiti a livello globale, fattore che dovrebbe supportare il sentiment.
  3. Stabilizzazione in Cina – La diffusione del virus sta ora rallentando in Cina e l’economia del Paese dovrebbe tornare prontamente alla normalità. L’economia cinese resta per molti aspetti il motore dei mercati emergenti, e la sua ripresa probabilmente supporterà i mercati emergenti più in generale.

Riconosciamo anche che la pandemia di coronavirus rappresenta un evento unico e incerto. La volatilità potrebbe durare più a lungo del previsto e investire in asset di rischio come i bond dei mercati emergenti in questo contesto implica un certo livello di incertezza. Tuttavia, riteniamo che gli attuali livelli offrano un attraente potenziale di compensazione per questo rischio. Crediamo che essere selettivi e pazienti sia fondamentale per generare rendimenti solidi nel medio-lungo termine.