La gestione degli investimenti di “crisi” ai tempi del Coronavirus

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Gli eventi delle ultime settimane hanno lasciato il segno in buona parte dei portafogli degli investitori. La volatilità di mercato si è impennata a un ritmo quasi mai visto, ma per molti non è di certo la prima correzione di mercato. Numerosi investitori ricordano ancora la crisi finanziaria, la bolla delle Dot.com e i drammatici eventi dell’11 settembre.

In tutti questi periodi si è rivelato fondamentale un aspetto, che spesso finisce nel dimenticatoio sui mercati toro, ossia avere un portafoglio ben diversificato. I portafogli variegati e di alta qualità riescono a proteggere i clienti del Wealth Management dalle perdite più di quanto non facciano i mercati liquidi.

Allora come mai i cosiddetti “beni rifugio”, quali oro e titoli di Stato, sono stati a loro volta colpiti dal crollo di mercato globale?

Richieste di margine

Nel corso del trend ribassista delle recenti settimane, le azioni hanno registrato un’elevata volatilità. A perdite del 10% si sono alternati guadagni di pari entità, in un’altalena drammatica che gli investitori non osservavano da oltre un decennio. Nel primo trimestre, per molti investitori è diventato normale vedere i mercati azionari oscillare del 5% in una sola seduta di negoziazione.

Oltre agli ordini di vendita degli investitori, un altro elemento ha fatto da accelerante, infiammando la performance negativa: le richieste di margine. Gli investitori che avevano precedentemente contratto prestiti sui loro portafogli titoli hanno dovuto iniettare maggiore capitale nei loro conti oppure vendere di conseguenza le posizioni per coprire lo scoperto dovuto ai margini.

In tal senso, gli investitori sono stati costretti a cedere posizioni che probabilmente ritenevano fossero più resilienti in caso di turbolenza sui mercati azionari. Questo ha fatto sì che gli investitori vendessero posizioni esistenti sia in oro che in obbligazioni per coprire le richieste di margine, generando così una performance negativa generalizzata su molte classi di attivi.

“Whatever it takes”

Ci ricordiamo tutti le sensazioni della precedente crisi finanziaria globale, quando le prospettive erano cupe nel bel mezzo della tempesta e la fine dell’incertezza difficile da scorgere. Eppure, gli Stati e le banche centrali hanno adottato misure senza precedenti per sostenere l’economia. Gli USA, l’Unione europea e altri hanno annunciato interventi per aiutare in modo massiccio le economie e “fare tutto il necessario” per sostenere le industrie locali. In che modo questo si ripercuoterà sui mercati azionari è ancora tutto da vedere. Di questi tempi, nemmeno avere tassi d’interesse negativi o nulli rappresenta più un’anomalia.

C’è una cosa, però, che gli investitori dovrebbero tener ben a mente: una volta passata la flessione iniziale, i mercati azionari hanno quasi sempre goduto di performance straordinarie negli anni successivi a un mercato orso.

Flight to quality

Fortunatamente la maggior parte dei clienti ha portafogli ben diversificati, che compensano questa volatilità estrema. Tuttavia, in un mercato toro, l’ottimismo tende a prevalere sul realismo e gli investitori si avventano su azioni che hanno valutazioni difficilmente giustificabili con parametri tradizionali. Nell’attuale crisi, ora gli investitori hanno l’opportunità di prendere in considerazione investimenti in azioni di alta qualità, solide e liquide che negli ultimi anni avevano punti di ingresso semplicemente troppo cari.

Lungo termine contro breve termine

Nel Wealth Management il più delle volte i clienti non sono trader attivi, ma sono i team di gestione del portafoglio e i gestori patrimoniali che colgono le opportunità offerte dall’attuale volatilità di mercato per conto dei loro clienti.

Per gli investitori appena arrivati sul mercato che hanno ampie disponibilità liquide, le ultime settimane potrebbero aver riservato opportunità eccellenti per acquistare società solide, con buoni bilanci e dinamiche di crescita immutate. Il fattore chiave in queste circostanze è mantenere una prospettiva di lungo termine e non avere solo la propensione al rischio, ma anche la capacità di rischiare per investire sui mercati azionari.

Un investimento di lungo termine solitamente si inserisce in un arco temporale di 10 anni. Alla luce delle precedenti considerazioni, tenuto conto dell’esperienza dei recenti eventi e degli interventi degli Stati e delle banche centrali a sostegno dell’economia, c’è di che sentirsi discretamente tranquilli nell’acquistare titoli di qualità nell’ambito di una strategia “buy-and-hold”. Gli investimenti a breve termine e il trading attivo in tempi incerti come questi dovrebbero essere prerogativa solo di trader molto esperti, che hanno sia la propensione che il profilo di rischio per avventurarsi su mercati estremamente volatili.