L‘importanza dello stock picking nel mercato italiano

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Mai come in questa fase, l’andamento dei mercati è dominato dal flusso di notizie macro. Gli interventi delle banche centrali e le decisioni di stimolo fiscale dei governi, in alcuni casi rapidi e incisivi, in altri molto meno, per contrastare gli effetti della diffusione del virus sul sistema economico, sono alla base dei recenti movimenti di mercato.

Le variabili esogene ai modelli di business delle società, di fatto, sembrano avere più rilevanza degli aspetti micro. Capire come le società affrontano questa fase delicata, quale sia il loro punto di vista circa i possibili sviluppi di questa crisi, è a nostro avviso fondamentale per orientare al meglio le scelte di investimento.

Un primo riscontro lo abbiamo avuto nelle ultime settimane tramite contatti con un cospicuo numero di società italiane, rigorosamente in videoconferenza, che ci hanno permesso di approfondire alcune tematiche rilevanti.

Liquidità

Il tema della liquidità è stato il principale focus di tutti gli incontri. Di certo vi sono società con una situazione di partenza non ottimale, magari con una leva finanziaria elevata, che rischiano in misura maggiore, ma in generale a parte qualche caso, su questo fronte la situazione a oggi appare gestibile. Eccezion fatta per alcuni casi estremi, infatti, si possono osservare delle situazioni che, a oggi, appaiono come opportunità. In particolare, nel settore industriale, vi sono interessanti società che hanno delle possibili leve da utilizzare per gestire sia l’attuale fase di contrazione, sia una possibile difficile ripresa del ciclo economico.

Fattore Cina

Osservare il mercato dove per prima si è diffuso il virus e capire come stia avvenendo la fase di ripresa, successiva al lockdown, è stato un motivo di forte interesse. Il messaggio da parte delle società è stato quello di evidenziare come la ripresa, anche se in maniera lenta e graduale c’è, e riguarda in particolare i settori delle telecomunicazioni e della tecnologia e in parte anche quello industriale.

Prospettive

La totale mancanza di visibilità circa le prospettive e possibili target raggiungibili per l’anno in corso e quelli a venire, è stato l’elemento che ha accomunato tutte le società che abbiamo incontrato. Queste mancate prospettive non soltanto nascono dall’incertezza circa l’evoluzione di quello che è un fenomeno sanitario nuovo, ma anche per la lentezza dell’azione politica, inadeguata rispetto alla velocità di diffusione del virus. La vera discriminante per individuare le realtà più interessanti sta nella flessibilità del modello di business e nella capacità di adeguarsi ai cambiamenti in essere.

Nuove tendenze

Comprendere i possibili cambiamenti strutturali che questa crisi si porta con sé è senz’altro un esercizio molto interessante. La convinzione espressa dal management delle società è che si creeranno nuove tendenze e nuove opportunità una volta tornati alla normalità. Si è parlato molto, infatti, della crescente domanda di servizi legati al mondo della tecnologia e delle telecomunicazioni, su cui si baserà il nuovo paradigma di crescita. Grande risalto è stato dato al fenomeno della digitalizzazione che imporrà alle società stesse di accelerare verso un processo di conversione sull’online, che decreterà il successo di un’azienda rispetto alle altre.

Come sono oggi a nostro avviso le valutazioni del mercato italiano?

Parlare oggi di valutazioni a sconto o a premio sul mercato italiano rischia di essere fuorviante. Se facciamo riferimento alle metriche più utilizzate (P/E o EV/Ebitda), queste ci possono portare a vendere o non acquistare delle società che in realtà hanno un valore intrinseco maggiore rispetto a quello espresso dai numeri. Una metrica un po’ più realistica in questa fase è secondo noi il Price to Book Value, cioè il rapporto tra prezzo di borsa e valore contabile dell’equity di una società. Oggi il Price to Book Value del mercato italiano è pari a 0,85, il livello più basso in Europa. Ciò significa che il mercato italiano scambia a meno di 1 volta il capitale investito. Per un investitore è importante guardare oggi alla bontà del business, alla capacità di reggere lo shock, ai margini e alla sostenibilità nel medio termine.

Su quali aziende e settori stiamo puntando?

Mantenendo una view di lungo termine, a nostro avviso, interessanti opportunità possono emergere dall’universo delle mid e small cap italiane. Parliamo di quelle “multinazionali tascabili”, di quelle realtà innovative e altamente competitive sui mercati globali. Di fatto, le eccellenze del nostro Made in Italy. Queste aziende presentano un basso indebitamento, margini sostenibili, visione internazionale e un management direttamente coinvolto. Possono inoltre consolidarsi, e quindi aumentare la loro presenza sul mercato, con realtà più piccole o con altre aziende straniere che trattano a valutazioni più interessanti. Per quanto riguarda il settore finanziario, al contrario della precedente crisi, oggi le banche rivestono un ruolo da protagoniste. A differenza della precedente crisi, in cui erano la causa, oggi rappresentano la soluzione per trasmettere gli stimoli monetari e fiscali all’economia reale. Le banche italiane oggi presentano un asset quality migliore non solo rispetto alla precedente crisi e agli anni della crisi dei debiti sovrani europei, ma anche rispetto alle banche europee. Il regolatore sta inoltre venendo incontro al settore bancario, attraverso misure che posticipano nel tempo l’aumento richiesto sui requisiti patrimoniali e sulla copertura dei crediti. Queste azioni riducono la pressione sul capitale delle banche e liberano risorse per nuove esposizioni.

Conclusioni

L’elevata incertezza della situazione che stiamo attraversando trova riscontro nei messaggi delle aziende che abbiamo incontrato, così come i primi lenti segnali di ripresa del mercato cinese. La situazione della liquidità al momento non manifesta situazione di eccesso, anche se il protrarsi di questa situazione, comporterebbe delle problematiche maggiori, specie per quelle società che, a oggi, si presentano con una situazione debitoria stressata. È difficile, anzi impossibile, prevedere l’andamento futuro dei mercati e capire se i minimi di metà di marzo possano essere ritestati o meno. Crediamo che lo sforzo dei risparmiatori, come quello degli investitori, debba essere oggi rivolto a ricercare opportunità in un orizzonte temporale di medio lungo periodo sulla base dei fondamentali delle società su cui si investe.

Allo stesso tempo analizzando in maniera selettiva le società possiamo dire che:

  • ci sono società che oggi, pur presentando una situazione di leverage finanziario alto, presentano delle valutazioni che non tengono conto delle possibili azioni che le stesse sono in grado di utilizzare per scongiurare possibili operazioni sul capitale. Questa situazione sembra essere la conseguenza di una logica improntata alla più estrema generalizzazione, svincolandosi dalla quale si possono trovare interessanti opportunità di investimento;
  • molte società appartenenti al settore industriale, quindi con una natura ciclica, vengono svendute senza tener conto di alcune specificità presenti nel settore che rendono alcune società meno cicliche rispetto alla loro percezione. Si pensi, ad esempio, a quelle realtà i cui principali clienti appartengono al settore alimentare o farmaceutico;
  • il tema legato alla necessità di attuare maggiori investimenti infrastrutturali, frutto di una politica fiscale coesa e più incisiva, in ambito europeo e non solo, potrebbe creare i presupposti per favorire quelle aziende che operano nel settore delle costruzioni;
  • saper guardare oltre la tempesta, svincolandosi da comportamenti emotivi di breve per lasciare spazio a principi di razionalità rivolti verso il lungo periodo, risulta essere cruciale per saper cogliere le opportunità presenti;
  • il principio della diversificazione alla base dei propri investimenti. Anche in un mercato dove tutto sale e tutto scende sulla base di eventi più macro che micro, guardare alle singole aziende noi appare come un esercizio inevitabile e alla lunga premiante.
  • diversificare scegliendo non soltanto le aziende da un profilo di business solido e resiliente secondo noi va accompagnato con uno stock picking all’interno di quei settori apparentemente più vulnerabili, le cui valutazioni possono però rappresentare un importante supporto per un ritorno interessante nel medio-lungo periodo.