Quando comincerà la prossima recessione negli Stati Uniti?

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Questa è la domanda più ricorrente, specie ora che l’epidemia di coronavirus ha causato stravolgimenti senza precedenti storici e innescato la prima fase ribassista da 11 anni a questa parte. Sebbene ci vorrà del tempo per appurare il vero impatto sull’economia, ci sembra abbastanza evidente che nel 2020 gli Stati Uniti entreranno in recessione, se non lo hanno già fatto.

Le recessioni possono essere complicate, fraintese e talvolta semplicemente spaventose. Per prepararvi a questa fase d’incertezza abbiamo analizzato le ultime 10 fasi di rallentamento economico e condensato le nostre conclusioni principali. Questa guida vi aiuterà a prepararvi alla prossima recessione rispondendo a nove domande chiave.

1. Cos’è una recessione?

Per definizione, si ha una recessione in presenza di almeno due trimestri consecutivi di contrazione del PIL dopo un periodo di crescita. Ufficialmente, il National Bureau of Economic Research (NBER)  statunitense dà la seguente definizione di recessione: “una flessione significativa e generalizzata dell’attività economica che dura per più di qualche mese e che di norma si riflette nel prodotto interno lordo (PIL) reale, nei redditi reali, nell’occupazione, nella produzione industriale e nelle vendite all’ingrosso e al dettaglio.” In questa guida utilizzeremo le date ufficiali del NBER.

2. Cosa causa le recessioni?

In passato, le recessioni si sono verificate per una serie di motivi, ma tipicamente derivano dagli squilibri che si accumulano nell’economia e che in ultima istanza devono essere corretti. Ad esempio, la recessione del 2008 è stata causata dall’eccesso di debito nel mercato degli immobili residenziali, mentre la contrazione del 2001 è stata dovuta allo scoppio della bolla speculativa sui titoli tecnologici.

Le recessioni possono essere causate anche da shock inattesi – come l’attuale emergenza sanitaria – che siano abbastanza diffusi da danneggiare gli utili societari e portare a licenziamenti.

Quando la disoccupazione aumenta, i consumatori tendono a ridurre la spesa e ciò esercita ulteriori pressioni sulla crescita economica, sugli utili societari e sui corsi azionari. Questi fattori possono mettere in moto un circolo vizioso che spinge un’economia ad entrare in recessione. Abbiamo già visto il primo effetto domino: 3,3 milioni di americani hanno richiesto sussidi alla disoccupazione nella settimana terminata il 21 marzo, facendo segnare un nuovo record storico.

3. Quanto dura una recessione?

La buona notizia è che generalmente le recessioni non durano molto. Dalla nostra analisi di 10 cicli a partire dal 1950 emerge che le recessioni sono durate da otto a 18 mesi, con una durata media di circa 11 mesi. A chi viene colpito direttamente da licenziamenti o fallimenti d’impresa può sembrare un’eternità. Ma gli investitori con un orizzonte temporale di lungo termine devono concentrarsi sul quadro d’insieme.

In termini relativi, le recessioni sono un battito di ciglia nella storia economica. Negli ultimi 65 anni, gli Stati Uniti sono stati ufficialmente in recessione per meno del 15% dei mesi. Inoltre, l’impatto economico netto di gran parte delle recessioni è relativamente esiguo. L’espansione media ha accresciuto la produzione economica del 25%, mentre la recessione media ha ridotto il PIL di meno del 2%. I rendimenti azionari possono persino essere positivi lungo l’intera durata della contrazione, poiché alcuni dei maggiori apprezzamenti di borsa si sono verificati proprio nelle ultime fasi di una recessione.

4. Cosa succede al mercato azionario durante una recessione?

Anche se i tempi esatti di una recessione sono difficili da prevedere, vale la pena pensare alle possibili implicazioni per i portafogli d’investimento. Questo perché i mercati ribassisti e le recessioni tendono a sovrapporsi, con le azioni in anticipo sul ciclo economico di sei-sette mesi sia nella fase discendente che in quella ascendente.

Durante una recessione, di norma il mercato azionario continua a perdere fortemente terreno per diversi mesi. Spesso raggiunge il minimo a sei mesi di distanza dall’inizio della recessione e comincia ad apprezzarsi prima che l’economia riparta. (Attenzione: si tratta di medie di mercato che possono variare in maniera anche significativa da un ciclo all’altro.)

Le mosse aggressive di market-timing, ad esempio spostare un intero portafoglio sulla liquidità, si rivelano spesso controproducenti. È possibile conseguire i maggiori rendimenti durante le fasi conclusive di un ciclo economico o subito dopo il raggiungimento del punto minimo d’inversione. Molte volte, è meglio rimanere investiti per non perdersi la rimonta.

5. Quali indicatori economici sono in grado di prevedere una recessione?

Non sarebbe fantastico sapere in anticipo quando arriverà una recessione? Sapere esattamente quando comincerà una recessione è impossibile, ma ci sono alcuni segnali solitamente attendibili che vale la pena monitorare nelle fasi finali del ciclo economico.

Sono molti i fattori in grado di contribuire a una recessione e spesso le cause scatenanti cambiano da un ciclo all’altro. Pertanto occorre esaminare tutti i diversi aspetti dell’economia per individuare più accuratamente le aree in cui è possibile che si accumulino eccessi e squilibri. Tuttavia, gli indicatori vanno sempre considerati alla stregua di pietre miliari e non di cartelli che segnalano la distanza esatta dalla meta.

La curva dei rendimenti, gli utili societari, il tasso di disoccupazione e i nuovi cantieri edilizi sono quattro indicatori economici in grado di segnalare l’arrivo una recessione. Anche alcuni parametri aggregati, come il Conference Board Leading Economic Index®, hanno dimostrato la loro attendibilità nel corso del tempo.

Nel complesso, questi fattori sembrano indicare che gli Stati Uniti hanno iniziato il 2020 in una fase di fine ciclo ma generalmente solida. Ovviamente, molto è cambiato da allora, e i dati economici cominceranno a rifletterlo più chiaramente nelle prossime settimane e mesi.

6. Quanto vicini siamo alla prossima recessione USA?

Sebbene l’economia statunitense godesse relativamente di buona salute qualche mese fa, l’epidemia di coronavirus ha totalmente cambiato le prospettive future.

Il nostro scenario di base contempla una recessione pressoché inevitabile nel 2020. È probabile che ci vorrà del tempo per appurarne l’impatto complessivo sull’economia, tuttavia è chiaro che le interruzioni delle catene produttive e la diminuzione dei consumi incideranno pesantemente sugli utili societari nel 2020. Alcuni settori, come quello dei viaggi e dell’ospitalità, saranno duramente colpiti, ma le ricadute verranno avvertite ovunque.

Se il governo americano e la Federal Reserve continueranno a intervenire con stimoli fiscali e monetari imponenti, potranno fare molto per attutire i danni economici e la durata del rallentamento. Un altro fattore chiave sarà ovviamente la velocità con cui si riuscirà a contenere la diffusione del virus.

7. Come posizionare i portafogli azionari in vista di una recessione?

Assodato che le azioni tendono a fare male durante le recessioni, cercare di prevedere l’andamento del mercato vendendo titoli può rivelarsi controproducente.

Tuttavia, nel prepararsi ad  una recessione, gli investitori devono cogliere l’opportunità di rivedere la loro asset allocation complessiva – che durante la fase rialzista potrebbe essere cambiata significativamente – per accertarsi che il portafoglio sia bilanciato e ampiamente diversificato. Rivolgersi a un consulente finanziario può essere di grande aiuto perché spesso si tratta di decisioni in cui il fattore emotivo è preponderante.

Non tutte le azioni reagiscono alle fasi di tensione economica nella stessa maniera. Nelle otto maggiori contrazioni azionarie verificatesi tra il 1987 e il 2019, alcuni settori hanno mostrato una tenuta migliore di altri, e solitamente si è trattato di quelli con dividendi più elevati, come i beni di consumo primari e le utility. I dividendi possono offrire un potenziale di rendimento stabile durante le fasi di ribasso generalizzato delle azioni.

I titoli con orientamento “growth” restano una componente chiave dei portafogli, ma è importante prediligere aziende con bilanci solidi, flussi di cassa stabili e prospettive di crescita di lungo termine, in grado di resistere alle ondate di volatilità di breve termine.

Molte imprese restano redditizie anche durante le recessioni. Bisogna concentrarsi sulle società con prodotti e servizi che le persone continueranno a usare quotidianamente, come i servizi di telecomunicazione e le industrie alimentari.

8. Come posizionare i portafogli obbligazionari in vista di una recessione?

Le obbligazioni sono fondamentali per investire con successo durante una recessione o un mercato ribassista. Questo perché le obbligazioni possono fornire il necessario grado di stabilità e tutela del capitale, specie durante le fasi di volatilità dei mercati azionari.

In cinque delle ultime sei correzioni di mercato, i rendimenti del mercato obbligazionario statunitense, misurati dal Bloomberg Barclays U.S. Aggregate Index, sono rimasti stazionari o hanno evidenziato una crescita.

Conseguire la giusta allocazione obbligazionaria è sempre importante. Ma ora che l’economia statunitense si accinge ad entrare in una fase di grande incertezza ciò diventa ancora più cruciale per accertarsi che le posizioni obbligazionarie core siano in grado di fornire equilibrio ai portafogli. Gli investitori non devono necessariamente accrescere la loro esposizione obbligazionaria in vista di una recessione, ma devono assicurarsi che fornisca le quattro caratteristiche chiave delle obbligazioni: diversificazione dalle azioni, reddito, tutela del capitale e protezione dall’inflazione.

9. Come prepararsi a una recessione?

Quando si investe prima e durante una recessione, bisogna innanzitutto restare calmi e mantenere una prospettiva di lungo termine. L’emotività può essere l’ostacolo numero uno al conseguimento di rendimenti elevati, e ciò vale soprattutto durante le fasi di tensione dell’economia e dei mercati.

Questa breve guida vi avrà fatto capire che calcolare l’esatta data di inizio di una recessione è praticamente impossibile, ma la verità è che non è poi così importante: ciò che conta davvero è mantenere una prospettiva di lungo termine e accertarsi che il proprio portafoglio sia abbastanza bilanciato da beneficiare delle fasi di crescita prima della recessione e da mostrare resilienza durante le inevitabili ondate di volatilità.

 


Le regole d’oro chiave per gli investitori:

  • Restate calmi e mantenete una prospettiva di lungo termine.
  • Mantenete un portafoglio bilanciato e ampiamente diversificato.
  • Bilanciate i portafogli azionari con una combinazione di titoli a dividendo e azioni growth.
  • Scegliete i fondi che hanno dimostrato di sapere resistere alle fasi di ribasso.
  • Valutate le obbligazioni di alta qualità come strumento di compensazione della volatilità azionaria.
  • I consulenti possono aiutare gli investitori a superare le fasi di volatilità dei mercati.