Un portafoglio resiliente grazie all’integrazione del rischio

-

Ogni crisi ha le sue peculiarità, e quella che stiamo vivendo non è da meno. Sbalzi repentini dei mercati su periodi di tempo molto brevi, elevata volatilità e il comportamento insolito di alcuni asset sono tutte caratteristiche che abbiamo osservato. Per il comparto azionario, ad esempio, tra il 19 febbraio e il 23 marzo, i mercati azionari europei hanno perso il 35%, le azioni americane hanno perso il 34% e i segmenti high yield europei e statunitensi sono scesi rispettivamente del 20% e del 22%.

Il comportamento insolito di alcune asset class, anche nei settori tradizionali, ha colto alla sprovvista alcuni. Abbiamo così assistito a comportamenti asimmetrici dei mercati che hanno amplificato il beta di alcuni asset (ovvero la sensibilità di un’asset class o di un’asset class rispetto a un’altra). Ciò vale soprattutto per il segmento del credito ad alto rendimento, particolarmente esposto in questa crisi. Tale amplificazione è evidente anche in altri tipi di investimento, come le strategie di breve volatilità e alcuni premi al rischio alternativi.

In condizioni normali di mercato, il beta del comparto high yield, cioè la sua sensibilità ai cambiamenti dei mercati azionari, è stato, in media, di circa il 20% negli ultimi 14 anni. Nei momenti peggiori di questa crisi, le cifre sono state tra 2,5 e 3,3 volte superiori a tale media. Concretamente, abbiamo visto un beta ingrandito verso il basso, al 57% nell’eurozona e al 65% sui mercati statunitensi – livelli che raramente vengono raggiunti. Tuttavia, la rarità di un evento non deve precluderne il suo inserimento all’interno degli scenari di investimento. La resilienza dei nostri portafogli a shock brutali e al comportamento anomalo degli asset è dovuta al fatto che integriamo di norma i rischi estremi nella costruzione dei nostri portafogli, indipendentemente dalle condizioni di mercato in quel momento.

Quando definiamo i nostri portafogli, questi rischi sono integrati su più livelli. Innanzitutto prendiamo in considerazione la volatilità, uno strumento di misurazione tradizionale, ma anche la correlazione tra le classi di attivi, per non esporre il portafoglio a rischi simili. Ma teniamo anche conto della natura intrinseca del rischio sostenuto da ciascun asset e in particolare del suo comportamento in scenari di mercato sottoposti a stress (il c.d. rischio estremo). Quest’ulteriore livello di integrazione del rischio, per il credito, è particolarmente rilevante in quanto sappiamo che questo segmento è estremamente esposto durante le crisi, a causa dell’elevato rischio di fallimenti e di problemi legati alla liquidità. Costruire così il portafoglio ci permette inoltre di aggiustare le nostre posizioni in caso di aumento del livello di stress del mercato. Così, durante le crisi, siamo in grado di adeguare i portafogli su base giornaliera

I mercati si comportano in modo diverso da una crisi all’altra, è vero, ma la coerenza della nostra gestione del rischio e la nostra costante attenzione alla probabilità che si verifichino rischi estremi rendono i nostri portafogli resilienti. Un portafoglio costruito in vista della gestione dei rischi e dell’integrazione di scenari di rischio estremo supera i suoi concorrenti in periodi di crisi. Il gestore di fondi è in una buona posizione per sfruttare le opportunità di mercato.

A fine marzo, i tassi di default impliciti nel segmento del credito high yield erano vicini a quelli osservati durante la crisi del debito sovrano in Europa (senza tuttavia raggiungere i livelli del 2008). Pur continuando a monitorare i rischi, abbiamo iniziato a reinvestire in mercati delocalizzati, sia in azioni che in strumenti di credito.

Se i rischi nel segmento del credito corporate aumenteranno ancora, la nostra elasticità e la nostra gestione dinamica del rischio ci consentiranno di adeguare rapidamente le nostre posizioni e quindi di continuare a proteggere i portafogli. Applichiamo quindi tecniche di investimento basate in parte su quelle utilizzate dai gestori alternativi, che ancora una volta hanno dimostrato la loro efficacia nell’attuale crisi, attraverso una gestione più diversificata. Un approccio dinamico e sistematico al risk management che esclude fin dall’inizio qualsiasi filosofia “contrarian” e ci permette di navigare nella tempesta attuale con relativa serenità.