Se riapri, torneranno

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La crisi economica provocata dal COVID-19, che sarà probabilmente una delle peggiori da 100 anni a questa parte, ha colpito fuori misura i segmenti più vulnerabili della società. Sono state esacerbate le disuguaglianze e le difficoltà economiche che sono anche alla base delle ultime proteste e manifestazioni di protesta. Ora stiamo arrivando a quello che può essere un punto di svolta cruciale della crisi economica. Mancano ancora più di tre settimane alla fine di quello che sarà uno dei trimestri peggiori nella storia dell’economia statunitense, e dovremo attendere fino alla fine di luglio per ottenere le prime stime della contrazione dal Bureau of Economic Analysis USA. Attualmente prevediamo che potrebbero essere ancora peggiori del calo quasi del 30% del prodotto interno lordo che avevamo previsto per il secondo trimestre.

Tuttavia è iniziata la riapertura di alcuni segmenti dell’economia statunitense. Gli stati si stanno muovendo con ritmi molto diversi tra loro: la Georgia ha consentito la riapertura di parrucchieri, palestre, ristoranti e cinema già alla fine di aprile, a patto che siano applicate le misure di distanziamento sociale e altre precauzioni per la sicurezza. Il Texas ha compiuto passi analoghi all’inizio di maggio. Altri stati quali New York, New Jersey e parti della California sono ancora prevalentemente chiusi, con una tabella di marcia molto più lenta.

Consentire la riapertura delle attività è una condizione necessaria ma non sufficiente affinché l’attività economica riprenda a vivere. L’incognita cruciale per tutto il tempo è stata la fiducia con cui i consumatori sarebbero eventualmente tornati a frequentare ristoranti, centri commerciali e uffici una volta allentate le restrizioni. Ciò sarà determinante per la rapidità con cui le attività potranno riprendere (se lo faranno) il cammino verso la redditività, e con quanta rapidità saranno riassunti i lavoratori. Qualsiasi previsione in merito alla ripresa economica che ci attende si basa su ipotesi relative a un possibile cambiamento del comportamento dei consumatori, e alla sua portata: ci sentiremo tranquilli nel tornare a volare in un aereo con tutti i posti occupati? Saremo disposti a cenare in un ristorante pieno a metà? Pieno per tre quarti?

Per avere una sensazione della forma che sta assumendo la ripresa, Franklin Templeton Fixed Income ha messo a punto un High-Frequency Activity Tracker, con dati ricavati da Google Mobility e Homebase. Questi dati cominciano a raccogliere svariate informazioni interessanti:

  • La gente sta facendo più acquisti – di persona.
    • Il tempo dedicato ad acquisti in negozi di alimentari, prodotti per la casa e farmacie è aumentato notevolmente nelle ultime quattro settimane, e in stati quali Ohio, Washington, Texas, Georgia e Illinois è tornato alla normalità (o quasi). Anche in stati quali Pennsylvania, New York e New Jersey, dove l’aumento è ancora inferiore del 10% alla linea di base, è stato comunque notevole nelle ultime quattro settimane. (In qualche stato vi è stato un certo ripiegamento rispetto a due settimane fa, a causa forse della recente ondata di disordini sociali).
    • Il retail e le attività ricreative sono molto più differenziati a seconda degli stati. A New York e nel New Jersey sono ancora inferiori del 40% alla linea di base, con un miglioramento rispetto al -50% di quattro settimane fa ma ancora estremamente deboli. Nell’Ohio, Texas e Georgia, sono già tornati a circa il 10-15% al di sotto della linea base.
  • Tornano a circolare i trasporti L’uso dei sistemi di transito è aumentato notevolmente dopo i minimi toccati mentre tutto il paese era in lockdown, con un deciso miglioramento in stati quali Ohio, Texas e Georgia. Il ripiegamento delle ultime due settimane (esclusi Texas e Florida) è stato probabilmente dovuto all’effetto del lungo fine settimana del Memorial Day alla fine di maggio, e non necessariamente correlato al COVID. New York e New Jersey, nonostante qualche miglioramento, sono ancora per più del 50% sotto la norma, e anche Washington, California e Florida sono arretrati.
  • La gente inizia a tornare al posto di lavoro. Il miglioramento qui è più limitato, e la maggior parte degli stati è ancora al 35-45% circa sotto la norma, con New York e New Jersey ancora a meno del 45%. Complessivamente, gli Stati Uniti sono circa al 40% sotto la norma, con un miglioramento di 10 punti rispetto ai minimi. Tuttavia, come per i sistemi di transito, il calo nelle ultime due settimane è stato probabilmente dovuto al lungo fine settimana festivo a fine maggio.
  • Mangiare fuori è tornato di moda. Quattro settimane fa, quasi tutti i ristoranti del paese erano off-limit, con un calo delle prenotazioni sul sistema OpenTable del 100% rispetto all’anno passato. L’unica eccezione positiva è stato il Texas, ma anche in questo caso le prenotazioni erano diminuite dell’85% rispetto all’anno passato. Gli ultimi dati (al 1° giugno) mostrano un quadro molto più incoraggiante: le prenotazioni sono inferiori “solo” del 55-65% rispetto all’anno passato in Oklahoma, Texas, Alabama, Sud Carolina, Arizona, Kansas, Indiana; 70-80% in Kentucky, Utah, Colorado, Oregon, Tennessee, New Mexico; a Rhode Island solo del 10%; a New York, nella Washington DC area, nel Michigan e nell’Illinois il calo è ancora prossimo al 100% e in California è del 90%.
  • Il lavoro a ore inizia ad essere vantaggioso. I dati di Homebase mostrano che l’impiego di lavoratori a ore è aumentato notevolmente in Florida e nell’Ohio, e in una certa misura anche in Texas e Georgia. Meno incoraggiante è che nella maggior parte degli Stati il miglioramento sia stato scarso o inesistente nell’ultimo paio di settimane (con l’eccezione dell’Ohio).

Complessivamente giudico incoraggianti questi dati. Ovviamente non possiamo presumere che segnino l’inizio di un nuovo trend. Il quadro resterà in evoluzione; molto dipenderà dalla possibilità che il trend dei contagi mantenga la traiettoria discendente, o che torni a salire; dipenderà dalle restrizioni imposte dagli stati a seconda delle varie attività e dal ritmo al quale tali restrizioni saranno revocate. Tutti questi fattori influiranno direttamente sulla logistica delle attività, ma contribuiranno anche a modellare le attitudini e i comportamenti delle persone. Dovremo monitorare attentamente la situazione, tenendo conto di una fascia di dati più ampia.

Al momento, comunque, questi dati sembrano segnalare che la gente desidera tornare a una vita normale. Si vuole che siano in atto le giuste misure per la sicurezza, ma quando si ritiene che si stiano adottando precauzioni ragionevoli, si vuole smettere di restare rintanati con l’ossessione della paura. Ciò potrebbe aiutare un’accelerazione molto necessaria della ripresa in estate e all’inizio dell’autunno, prima di un temuto riemergere del contagio a ottobre-novembre. Nel frattempo, i responsabili della politica avranno un certo lasso di tempo nel quale confrontare i risultati di strategie diverse adottate dagli stati americani e da altri paesi, e stabilire che una possibile recrudescenza dei contagi possa e debba essere affrontata con misure più mirate.

Il messaggio incoraggiante dei dati fino ad ora è che con le riaperture il mondo si rimetterà in movimento.

Se abbiamo il coraggio e la forza per affrontare le cause fondamentali della difficile situazione attuale, il successivo processo di guarigione può ancora essere accompagnato e sostenuto da una sana ripresa dell’attività economica e degli standard di vita.