Ci sarà una accelerazione sui temi ESG nel post-Covid?

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Nel mondo post-COVID, noi pensiamo che i 4 fattori chiave (aziende, Governi, consumatori, investitori) accelereranno sui temi ESG: decarbonizzazione, nuove mobilità, Stakeholder Economy, SRI investing.

Il confinamento ci ha fatto scoprire cosa rappresenta un calo del 5% delle emissioni di CO2 per il mondo intorno a noi: acqua cristallina a Venezia, aria più pulita e animali che rioccupano lo spazio urbano. Ma questo ci dà la misura di quanto sarà difficile tenere il ritmo dello scenario 2 gradi (+2 gradi entro il 2050) elaborato alla COP21 del 2015 che prevede una riduzione dello 0,5% ogni anno fino al 2030, a fronte di una crescita negli ultimi 5 anni dello 0,3% all’anno

Non pensiamo che il barile di petrolio a 30$ sia un pericolo per le energie rinnovabili: gli investimenti saranno accelerati dai principali piani di rilancio fiscale degli Stati, come vediamo in Cina ed Europa. Inoltre, per la nuova capacità installata, il solare e l’eolico hanno un costo di 20-30€ / MWh, contro 40€ per il gas e 80€ per il carbone; il vantaggio raggiunto è ormai importante in termini di economics. D’altra parte, per realizzare fino in fondo la decarbonizazione, è essenziale che il prezzo per tonnellata di CO2 sia mantenuto a un livello dissuasivo: l’ETS EU è passato da 23 € a 15 € e sarà necessario monitorare questo prezzo che deve essere superiore a 19 € per disincentivare il carbone.

Per gli investitori le nuove regole del Green Deal dell’UE porteranno ingenti trasformazioni negli Economics di vari settori: nei prodotti chimici e cemento il 20% dei margini netti sarà a rischio con un prezzo del carbone di 20 € per tonnellata.

Nell’auto, gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 sulla flotta delle case automobilistiche avranno un impatto reale da quest’anno: l’impatto per Daimler Benz (che ha le statistiche peggiori del settore) è di 1 miliardo di euro all’anno.

Un’ultima nota sulla finanza sostenibile: oggi rappresenta 65 triliardi contro solo 13 nel 2008, e avrà un peso ben diverso nell’uscita dalla crisi. Osserviamo che anche in marzo i flussi sui fondi SRI non si sono interrotti: l’ESG non era dunque un lusso da “Bull Market”, ma si conferma come un tema secolare di crescita con un impatto sempre più forte sulla valorizzazione di interi settori del listino.