Giappone: l’economia di Abe, ora con Suga

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Le improvvise dimissioni di Abe hanno fatto notizia, ma l’impatto sulla strategia nazionale sarà in realtà piuttosto limitato. Infatti, la sua visione per il Giappone coincide al momento con l’idea dominante all’interno del suo Partito Liberaldemocratico, che non solo detiene una forte maggioranza in entrambe le camere della Dieta Nazionale, ma gode di vantaggi strutturali significativi ancora per molte elezioni nazionali future. Il successore di Abe, il capo-segretario di gabinetto Suga Yoshihide, ha già promesso di “ereditare e portare avanti” le sue politiche.

In questo senso, Suga continuerà a nominare colombe ai piani alti della Banca del Giappone (BOJ) e a combinare obiettivi fiscali conservatori a medio termine con decisioni di spesa flessibili a breve termine. Diversamente da Abe, però, non si occuperà di iniziative inedite. Sia la BOJ che il Gabinetto dovrebbero evitare grossi nuovi interventi al di là delle misure di sostegno a breve termine per il Covid-19. Ci potrebbe essere una svolta se la BOJ tagliasse i tassi di interesse (a livelli negativi ancora più bassi) o controllasse esplicitamente i tassi di cambio, ma sono eventualità molto improbabili considerando le sensibilità politiche.

Ci sono comunque degli ambiti in cui Suga potrebbe distinguersi dal suo predecessore. Rispetto ad Abe, si parla di una sua maggiore aggressività nelle battaglie per l’aumento dei salari minimi, il consolidamento del settore bancario, la deregolamentazione e un regime di immigrazione liberale. In particolare, l’aumento dei salari minimi potrebbe diventare la sua iniziativa di punta, dato il divario relativo fra il Giappone e la media dell’OCSE in questo ambito. Anche il consolidamento delle banche regionali deficitarie potrebbe ricevere un utile impulso. Non è ancora ben chiaro se Suga disponga del capitale politico per promuovere riforme vicine al mercato in materia di tutela dell’occupazione, burocrazia statale e politiche di immigrazione, in particolare considerando l’emergenza sanitaria a breve termine e la situazione economica ancora fragile.

Dalla revoca delle misure speciali per il Covid-19 a fine maggio, l’attività in Giappone è stata costantemente in ripresa. Grazie alla forte disciplina individuale sull’uso delle mascherine e il distanziamento sociale, il Giappone è riuscito a tenere sotto controllo una grande ondata di contagi in estate, e la posizione del Paese sul fronte vaccinale è relativamente forte. Tuttavia, difficilmente l’inflazione si avvicinerà all’obiettivo del 2% della BOJ, e il recente rafforzamento dello yen aggiunge pressioni al ribasso. In definitiva, una bassa inflazione persistente potrebbe essere lo status quo essenziale per il premierato di Suga.