Cina: sempre in prima linea

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La Cina è stata in prima linea nella lotta contro il COVID-19 e probabilmente vi rimarrà ancora per un certo periodo. Dopo la cattiva gestione iniziale dell’epidemia, le autorità hanno adottato una misura drastica: mettere in quarantena tutta la provincia dello Hubei e sospendere parzialmente l’attività economica in altre zone per quasi tutto il mese di febbraio. Questa decisione, piuttosto controversa all’epoca, ha dato risultati tangibili: la curva dei contagi si è nettamente appiattita e altre province sono state in grado di proteggere i loro sistemi sanitari. Purtroppo questo approccio di massimizzazione di interventi non farmaceutici è il modello ripreso dagli altri paesi, ora che il virus si è diffuso a livello globale.

Tuttavia il costo economico si è rivelato estremamente elevato. Stimiamo che nel primo trimestre il PIL cinese abbia registrato un calo senza precedenti del 6%. Questa straordinaria contrazione crea in sostanza i presupposti per il peggior dato annuale cinese da quando il paese ha cominciato la sua rilevazione standard del PIL all’inizio degli anni 90.

Il risvolto positivo è che la Cina è stata in grado di frenare l’epidemia, accumulando preziose conoscenze ed esperienze sulla malattia stessa. Le difficoltà iniziali del paese aprono la strada a una significativa ripresa durante il resto dell’anno, nonostante il rallentamento sempre più rapido dei suoi principali partner commerciali. I rapidi progressi cinesi in termini di rilevamenti, conteggio dei casi e capacità di assistenza sanitaria, supportati in parte dalla grande abilità produttiva del paese, stanno rendendo possibile un graduale ritorno alla normalità. Gli indicatori giornalieri chiave suggeriscono che a marzo la crescita ha registrato una netta ripresa, valutazione confermata dal sondaggio sulle imprese.

Poiché le misure di sanità pubblica hanno provocato uno shock sia a livello di offerta che di domanda, i policy maker di Pechino hanno attentamente calibrato le loro risposte per proteggere famiglie e aziende dal temporaneo scompiglio. Questo approccio potrebbe continuare a prevalere nel breve termine, poiché la normalizzazione dell’attività e la ricostituzione delle scorte da sole potrebbero aiutare il paese a uscire dal crollo senza precedenti del primo trimestre. Considerata l’incertezza delle implicazioni politiche ed economiche di medio termine, tuttavia, i policy maker introdurranno quasi sicuramente ulteriori importanti politiche di stimolo monetario e fiscale nel corso dell’anno per garantire il proseguimento di una solida ripresa e mantenere in equilibrio il mercato del lavoro. La ripresa dell’attività provocherà il rischio di una seconda ondata di infezioni, ma le autorità dovrebbero essere in grado di tenerla sotto controllo. Come è già successo, il modo in cui la Cina affronterà questo delicato gioco di equilibri fungerà da modello per il resto del mondo.