I mercati gestiscono bene le brutte notizie, ma hanno bisogno di stimoli fiscali

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I mercati si sono arenati nelle ultime settimane a causa dell’aumento dei casi di Covid-19 in Europa, Germania compresa, e negli Stati Uniti, e questa seconda ondata danneggia le prospettive di crescita.

Gli investimenti basati su uno scenario reflazionistico e di ritorno della propensione al rischio hanno bisogno di una traiettoria continuativa verso l’alto della crescita globale e del sostegno della banca centrale. Le banche centrali rimangono di sostegno, ma ciò che manca è lo stimolo fiscale, che è necessario come ponte per sostenere la crescita durante l’inverno prima dell’arrivo di un vaccino. Ci sono state alcune notizie negative in merito al vaccino, con alcuni esperti che hanno ridotto la probabilità di un significativo lancio di un vaccino nel primo trimestre dal 75% al 45%.

La reazione del mercato alle notizie negative non è stata però eccessiva. Il mercato dei Treasury si è leggermente indebolito, ma gli asset di rischio rimangono ragionevolmente solidi e il dollaro non è sceso, come ci si aspetterebbe in un mercato avverso al rischio.

Non abbiamo assistito al drastico passaggio all’avversione al rischio e alla corsa al dollaro visti negli ultimi anni, quando sui mercati si registravano forti timori per la liquidità del dollaro, ed evidenziamo alcune delle ragioni di questa reazione moderata: la Federal Reserve (Fed) sta fornendo liquidità in modo che l’accesso al dollaro sia più facile. Inoltre, la Cina sta andando bene, con una crescita derivante dal sostegno fiscale, dalle esportazioni e dall’aumento della spesa dei consumatori. Questo ci suggerisce una ripresa più omogenea e sostenibile in Cina, e sta aiutando l’economia globale, con il renminbi che funge da canale per rimuovere un po’ di forza del dollaro.

Il deficit delle partite correnti degli Stati Uniti sta iniziando a farsi sentire, con il paese che consuma più di quanto produce e che richiede più dollari per acquistare beni all’estero. Ma poiché la Fed mantiene bassi i tassi, gli investitori esteri sono meno interessati ad acquistare asset statunitensi, impedendo anche il rafforzamento del dollaro, e questo è un cambiamento strutturale piuttosto significativo.

Se le cattive notizie si fermassero, ci aspetteremmo un’ulteriore debolezza del dollaro e una continuazione della sottoperformance dei Treasury rispetto al resto del mondo. Prevediamo tuttavia che qualsiasi mossa di riduzione del rischio sarà ragionevolmente superficiale e ci aspettiamo che ci saranno quindi opportunità di acquisto.  Non ci aspettiamo uno spostamento esageratamente al rialzo del dollaro che danneggi fortemente il mercato di rischio, in quanto la Fed interverrebbe per evitare che ciò avvenga e alla fine ci sarebbe un maggiore sostegno fiscale da parte del governo.