Maggiore fiducia sulle prospettive per il 2021

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Aviva Investors, la divisione globale di asset management di Aviva plc (“Aviva”), ritiene che il 2021 sarà un anno di ripresa economica, in cui il PIL invertirà gran parte della caduta senza precedenti registrata nel 2020 a seguito della pandemia da COVID-19. Lo sviluppo di una serie di vaccini efficaci cambia radicalmente la partita finale della crisi, anche se dovremo far fronte a mesi difficili.

Le nuove ondate del virus hanno costretto i governi a imporre nuove restrizioni all’attività economica per contenerne la diffusione. Queste avranno conseguenze sulla crescita nel quarto trimestre e all’inizio del 2021, ma non nella stessa misura di quanto visto nella prima parte di quest’anno. Nel corso del 2021 l’incertezza dovrebbe svanire rapidamente, grazie ad una combinazione dalle grandi potenzialità, data dalla diminuzione del numero dei casi, riapertura delle economie, vaccinazioni di massa e sostegno politico continuo.

Il sentiment dovrebbe rafforzarsi ulteriormente man mano che i contorni del mondo “post-COVID” diventano più chiari, permettendo alle aziende e alle famiglie di pianificare il futuro con maggiore fiducia. La pandemia ha dimostrato la resilienza e l’adattabilità delle persone e potrebbe avere alcuni impatti duraturi sul comportamento e sulle pratiche di lavoro future.

Michael Grady, Head of investment strategy e Chief economist di Aviva Investors, ha dichiarato:

“Data la previsione di una ripresa rapida e robusta nel 2021, preferiamo iniziare l’anno con un moderato sovrappeso verso l’azionario globale. I prezzi dovrebbero essere sostenuti dalle fortissime prospettive di crescita degli utili aziendali nel 2021.

Con le banche centrali destinate a mantenere bassi i tassi di interesse e i programmi di QE, c’è un limite alla crescita probabile dei rendimenti dei titoli di Stato a più breve scadenza. Ma ci aspettiamo di assistere a un certo irrigidimento delle curve dei rendimenti, nel momento in cui il sostegno fiscale continuo – unito alle aspettative di crescita futura e d’inflazione – comincerà ad essere prezzato dal mercato. Preferiamo sottopesare leggermente la duration, prediligendo le obbligazioni statunitensi, britanniche, italiane e australiane rispetto agli stati europei core.

Il prossimo anno, dopo il significativo restringimento degli spread nel 2020, il margine per un sostanziale eccesso di rendimento delle obbligazioni corporate sarà più limitato, anche se sia il carry che il roll down continueranno a fornire un ritorno stabile. Sovrappresiamo leggermente l’asset class, con una preferenza per Stati Uniti ed Europa rispetto all’Asia e al Regno Unito. Nei mercati emergenti preferiamo il debito in valuta forte.

Per quanto riguarda le valute, ci aspettiamo che una serie di fattori, tra cui una crescita globale più forte, la riduzione delle tensioni geopolitiche e i più ampi deficit di bilancio e commerciali degli Stati Uniti porteranno ad un ulteriore calo del dollaro. Siamo più positivi sull’euro e sullo yen”.