L’atelier Gattinoni cambia sede

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Il Market Center di Roma di Engel & Völkers cura la vendita dello storico atelier della Maison Gattinoni, in Via Toscana, per un valore di 2.450.000 euro. Il prestigioso atelier, collocato in una zona particolarmente strategica della Capitale, vicino all’Ambasciata Americana, a Villa Borghese e alla rinomata Via Veneto, venne inaugurato nel 1960 da Fernanda Gattinoni, diventando immediatamente un luogo di creatività e operosità simbolo della rinascita economica e culturale del Paese.

L’immobile, situato al terzo piano di un elegante palazzo d’epoca recentemente ristrutturato, vanta un’ampia metratura interna di 440 mq composta da un grande ingresso dal quale si accede alla doppia rappresentanza, con balcone e affacci su Via Boncompagni. Una funzionale distribuzione interna conduce in successione ad una serie di ambienti, diversi per spazi e tipologia, atti a soddisfare le molteplici esigenze che un immobile di queste dimensioni può appagare.

Un secondo ingresso e un secondo ascensore sono a servizio della parte più privata  dell’immobile che all’occorrenza può essere utilizzata sia ad uso residenziale sia professionale. Soffitti alti e ampie superfici vetrate rendono l’immobile particolarmente luminoso, trasmettendo un senso di armoniosa ampiezza. Completa la proprietà una comoda cantina.

Fernanda Gattinoni, una straordinaria eleganza al servizio dell’artigianalità

Nata a Cocquio-Trevisago (Varese) il 20 settembre 1906, Fernanda Gattinoni è stata una donna dalla straordinaria eleganza. A soli 19 anni il suo talento l’aveva già resa una promessa della Maison londinese Molyneaux, griffe della casa reale. Rinunciò ad un approdo a Parigi presso Coco Chanel per ritornare in Italia come collaboratrice della sartoria Ventura, prima a Milano e poi a Roma. In quel periodo, la celere couturière diventa nota per aver risolto “il dramma sartoriale” più famoso della storia: dieci minuti prima dell’inizio della cerimonia religiosa nella Basilica di San Pietro sostituì con lunghi guanti in capretto bianco le maniche dell’abito di pizzo della Principessa del Belgio Maria Josè Saxe Coburg Gotha, che andava in sposa al futuro Re d’Italia Umberto di Savoia. Nel dicembre del 2001, Fernanda Gattinoni riceve il premio “La Lupa”, prestigioso riconoscimento da parte del Comune di Roma.

Muore nel 2002, lasciando alle future donne la sua “formula” per trovare le proporzioni abbassando o alzando la linee dell’abito che seguono il corpo senza precisarlo, la sua sofisticata semplicità e la raffinata eleganza che hanno da sempre contraddistinto ogni sua creazione e che rendono un suo abito moderno e indimenticabile anche dopo 72 anni.

La crescita dell’Atelier di Via Toscana negli anni ‘80

A partire dagli anni Settanta, Fernanda Gattinoni viene affiancata dal figlio Raniero, il quale realizza ed inventa nuove creazioni basandosi sulle tradizionali qualità del brand e da Stefano Dominella, attuale Presidente onorario della Maison. L’atelier di Via Toscana si rinnova intorno alla seconda metà degli anni ottanta grazie alle creazioni di Raniero, che imprimono dal punto di vista dell’internazionalizzazione della griffe. Raniero si fa infatti portavoce di un’operazione di restyling, affiancando all’Alta Moda il prêt-à-porter senza mettere da parte l’artigianalità, da sempre punto di forza dello stile Gattinoni. Nascono così i marchi Gattinoni Boutique, Pret d’Immagine Tempo, Gattinoni Basic, Gattinoni Softwear, Gattinoni Domus ed altri ancora. Nel 1993, a seguito della prematura scomparsa di Raniero, Dominella nomina l’allora giovanissimo Guillermo Mariotto, che già lavorava come assistente di Raniero Gattinoni, direttore artistico.

Il jet-set internazionale nell’Atelier Gattinoni

La vicinanza dell’Atelier con l’Ambasciata americana fa sì che tra le clienti abituali ci sia la prima donna a ricoprire la carica di Ambasciatore degli Stati Uniti d’America, Claire Boothe Luce. Durante gli anni Cinquanta, il salotto-couture di Gattinoni è stato frequentato anche delle donne più affascinanti dell’aristocrazia romana e dalle più celebri attrici di Hollywood, da Audrey Hepburn ad Anna Magnani, da Ava Gardner a Ingrid Bergman. Di gande calibro anche le attrici e le conduttrici italiane che hanno fatto visita all’atelier, tra queste, solo per citarne alcune: Sabrina Ferilli, Milly Carlucci e Monica Bellucci che nel salone di Via Toscana ha girato alcune scene del nuovo film di Paolo Virzì, Siccità.