Mercati USA divisi tra growth e value

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Da novembre 2020 gli indici di Borsa USA hanno accelerato la loro salita, spinti dalle prime notizie sull’efficacia dei vaccini anti-Covid. L’arrivo della soluzione per uscire da oltre un anno di misure restrittive ha innescato acquisti generalizzati soprattutto per quelle società più legate all’andamento dell’economia reale, tornate sotto gli occhi degli investitori sulle prospettive di una ripresa economica e del tanto atteso ritorno alla normalità che negli USA potrebbe arrivare prima degli altri Paesi. Le intenzioni del Presidente Joe Biden sono per arrivare a vaccinare tutti gli adulti già entro il prossimo 1 maggio. Oltre a questo i listini statunitensi hanno beneficiato di ulteriori rialzi grazie ai piani di stimolo messi in campo dalle autorità governative e monetarie: da un lato il Governo a stelle e strisce ha di recente approvato un piano di aiuti da 1.900 miliardi di dollari, circa il 9% del PIL del Paese, dall’altro la Federal Reserve continua a mantenere il suo atteggiamento ultra accomodante. Secondo l’OCSE, nel 2021 il Prodotto Interno Lordo USA potrebbe crescere del 6,5% nel 2021.

Tuttavia le prospettive di una crescita economica sostenuta unita a ampie misure accomodanti di Washington e della Fed hanno fatto impennare le aspettative di inflazione, che hanno raggiunto i massimi da 8 anni. Questo ha innescato delle vendite sui bond governativi americani, con il rendimento del decennale che è tornato al di sopra dell’1,60%. Preoccupazioni per la ripartenza dell’inflazione e miglioramento delle prospettive economiche sono un fenomeno chiamato reflation trade, che tende a far privilegiare agli investitori i titoli ciclici: per questo motivo le quotazioni del NASDAQ-100 sono scese in maniera più importante nell’ultimo periodo. Le società sono particolarmente penalizzati da questa situazione, in quanto le società del comparto tech sono più sensibili ai rialzi dell’indice dei prezzi al consumo visto che derivano buona parte del loro cash flow dalle prospettive di utili. Inoltre sebbene il Governatore della Federal Reserve abbia tentato di tranquillizzare i mercati, il timore di fondo è che se l’inflazione dovesse andare fuori controllo, la Banca centrale dovrebbe agire restringendo la propria politica monetaria, aumentando i tassi e di conseguenza i costi di finanziamento delle società.