IPO di Deliveroo, dubbi di governance e pessimo tempismo

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Il 31 marzo 2021 Deliveroo, la piattaforma inglese di food delivery, ha fatto il suo debutto sulla London Stock Exchange con il più grande IPO del Regno Unito del 2021. Nonostante l’evento fosse particolarmente atteso da molti investitori, fino ad ora l’esito della quotazione è stato alquanto deludente.

Quali fattori hanno portato a questo flop?

Uno su tutti, è sicuramente la ripresa economica che sta portando molti ristoranti a riprendere il regolare esercizio commerciale. Infatti, in seguito alle riaperture dei locali, è prevedibile un calo degli ordini sulla piattaforma, poiché una fetta di clientela preferirà tornare al ristorante piuttosto che ordinare cibo a domicilio. Pertanto, riteniamo che i titoli di food-delivery, molto apprezzati durante la pandemia, saranno sempre meno ricercati da parte degli investitori. Anche, DoorDash – rivale americano di Deliveroo – che ha lanciato l’IPO verso la fine del 2020 e che aveva registrato un +86% nel primo giorno di quotazione registra, ad oggi, un -30%: anche questo rallentamento è imputabile alla graduale riapertura delle attività ristorative. Allo stesso modo, su Deliveroo ha pesato il disinteresse di molti investitori che in questo periodo scelgono di allocare i capitali presso segmenti di mercato più performanti. Infatti, la piattaforma inglese ha registrato un -26% rispetto al prezzo di debutto, bruciando circa 2 miliardi di sterline di capitalizzazione in pochi giorni: crediamo quindi che alla base di tale performance vi sia stato il pessimo tempismo della quotazione.

Inoltre, un elemento tecnico che ha giocato a sfavore riguarda proprio la struttura azionaria a doppia classe scelta da Deliveroo: tale organizzazione del capitale, composta da azioni di classe A e di classe B, è stata infatti pensata per offrire un maggior potere decisionale in fase di votazione ad una categoria di azionisti rispetto che all’altra. Dato che Will Shu, co-founder ed amministratore delegato ha mantenuto il 57% dei diritti di voto, abbiamo osservato come molti investitori istituzionali abbiano scartato la tesi d’investimento Deliveroo proprio perché non avrebbero avuto l’influenza desiderata in fase di votazioni: anche questo aspetto ha giocato un ruolo cruciale nel portare il titolo ad un prezzo sotto le aspettative.

Considerando i due fattori, da un lato il pessimo tempismo, e dall’altro “l’errore tecnico”, reputiamo che Deliveroo debba implementare delle strategie per recuperare il valore perso (circa 2 miliardi di sterline): una soluzione potrebbe essere, ad esempio, offrire parte delle azioni con più diritti di voto a quegli investitori istituzionali interessati al business model della piattaforma inglese.