Cina sempre più green?

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Storicamente il settore sanitario cinese ha sempre sofferto di una ridotta spesa in ricerca e sviluppo e le società del settore riuscivano a crescere solo all’interno dei confini nazionali, dove la concorrenza estera era limitata. Nell’ultimo periodo l’healthcare è cresciuto significativamente, soprattutto nel campo dei dispositivi medici, dove società come Weigao sono riuscite a diventare campioni nazionali e ad accumulare sufficiente liquidità per effettuare operazioni di M&A all’estero. L’enorme mercato interno a cui si rivolgono queste società garantisce un potenziale di crescita estremamente interessante.

Monitoriamo con grande interesse anche alcune realtà del biotech, che sono riuscite a crescere negli ultimi anni grazie all’ingresso di capitali privati e sono state quotate solo di recente. Queste società sono però attualmente molto costose, in primis quelle legate ai vaccini, ed è difficile valutare la pipeline dei prodotti – un elemento fondamentale per muoversi in questo settore.

Le SOE sono ovviamente un tema importante per gli investimenti in Cina, ma il ruolo preponderante dello stato rende di fatto inutile l’attività di voto degli altri investitori. Tendiamo a investire in queste società solo quando crediamo che il management delle stesse sia allineato con gli interessi degli azionisti di minoranza e che siano presenti i giusti incentivi per una performance di lungo termine, come ad esempio Yili.

Un altro aspetto che sta diventando sempre più centrale nel mondo degli investimenti e che interessa anche il mercato cinese è il tema della sostenibilità. L’obiettivo di net zero annunciato per il 2060 ha conseguenze per molte società, ma si tratta di un settore “policy-driven” ed è ancora nelle prime fasi, è importante monitorarne con attenzione gli sviluppi per comprenderne la reale portata. Alcune società attive nel campo della generazione di energia pulita hanno dovuto affrontare enormi problemi di immissione di quest’ultima nella rete, e si tratta di un problema strutturale. Oppure pensiamo ad esempio al settore dei pannelli solari, che è stato oggetto di grande attenzioni e che ha portato le valutazioni a livelli poco attraenti dal nostro punto di vista.

Nel 2020 la Cina è stata l’unica economia a registrare una crescita positiva. Grazie alla rapida ripresa dalla crisi causata dal Covid, la Cina è riuscita sia ad aumentare il suo peso nelle esportazioni globali sia a far ripartire i consumi interni, dato che le misure restrittive sono state revocate con largo anticipo rispetto al resto del mondo. La popolazione locale sta viaggiando molto all’interno della Cina, per piacere e per lavoro. In alcuni casi, come quello dei beni di lusso, il consumo si è spostato dall’estero alla Cina, dato che i viaggiatori abituati ad acquistare questo tipo di prodotti all’estero non hanno avuto alternative all’acquisto in loco. Anche l’e-commerce è cresciuto molto.

I regolatori cinesi stanno cercando di intervenire sul settore tecnologico e dei media attraverso diverse misure, e il contesto sarà sempre più complesso per le società legate a internet, ma è nell’interesse del governo cinese trovare una via di mezzo tra regolamentazione e innovazione. Queste società sono state in grado di creare valore e posti di lavoro, e i campioni nazionali devono essere messi nelle condizioni di prosperare per continuare a essere una fonte di innovazione, fondamentale per l’obiettivo cinese di diventare una realtà leader nel campo della ricerca e sviluppo. In passato il governo è stato più accomodante con queste società perché era necessario colmare il gap con i Paesi sviluppati, mentre ora alcune società (pensiamo ad esempio ad Alibaba o a Tencent) sono diventate così grandi da rendere necessario un intervento governativo per favorire la competizione, elemento fondamentale per l’innovazione.