Le novità della direttiva UE sull’acqua potabile: una svolta per cittadini e ambiente
In Europa, acquistare acqua in bottiglia è un’abitudine consolidata che corrisponde a un consumo medio di 106 litri a testa ogni anno. Al primo posto svetta l’Italia, tra i più grandi consumatori di acqua minerale in bottiglia, non solo nell’Unione Europea, ma in tutto il mondo con 200 litri pro capite.
Secondo una ricerca internazionale condotta da Culligan, azienda di riferimento nel settore del trattamento acqua, il 59% dei cittadini intervistati predilige l’acqua minerale: una percentuale significativa nonostante con il costo di un litro d’acqua in bottiglia sarebbe possibile ottenere quasi 700 litri di acqua di qualità del rubinetto.
Dai rubinetti europei, infatti, sgorga un’acqua strettamente regolamentata da una legislazione comunitaria che ne garantisce gli elevati standard di salubrità e di sicurezza. Una Direttiva che quest’anno, ad oltre 20 anni dall’introduzione dalla precedente, è stata ufficialmente aggiornata con un approccio fortemente innovativo a partire dai suoi tre obiettivi primari: migliorare ulteriormente la qualità dell’acqua a garanzia della salute dei cittadini, promuovere il consumo di acqua del rubinetto per ridurre i rifiuti in plastica e favorire l’accesso all’acqua potabile.
Ma cosa cambierà per i cittadini europei con la nuova Direttiva UE 2020/2184 sull’acqua potabile?
Qualità migliorata
Tra gli aspetti più innovativi della nuova Direttiva, le modifiche ai valori limite dei parametri di qualità dell’acqua potabile e l’introduzione di nuove sostanze precedentemente non tracciate, come i Pfas, gli interferenti endocrini e le microplastiche, conosciuti come inquinanti emergenti.
La nuova Direttiva prevede, inoltre, un approccio al monitoraggio dell’acqua basato sul rischio in tutta la catena di approvvigionamento dell’acqua, incluso il tratto domestico che prima non era contemplato, fissando dei limiti in particolare per legionella e piombo, fonte di contaminazione per le tubature.
Un vero e proprio salto di qualità, se si considera che i criteri di protezione datati più di un ventennio si fondavano sul controllo di un set molto limitato di parametri, reso possibile dalle più recenti conoscenze in campo sanitario e ambientale.
“La Direttiva UE 2020/2184 rappresenta una svolta decisiva e presenta sostanziali novità ad ampio spettro, a partire dall’introduzione di nuovi parametri legati ai cosiddetti ‘inquinanti emergenti’, per i quali esiste un’attenzione crescente relativamente agli effetti sulla salute umana”, commenta Giorgio Temporelli, esperto in igiene, normativa e tecnologie per il trattamento delle acque.
Riduzione dei consumi di plastica monouso
Favorire l’acqua potabile consente di contribuire alla riduzione dell’inquinamento da plastica che rappresenta uno dei più urgenti interventi necessari a tutela dell’ambiente.
La Direttiva spinge gli Stati a promuovere l’uso dell’acqua di rubinetto rispetto a quella in bottiglia anche attraverso una maggiore trasparenza sui controlli e sulla sicurezza dell’acqua pubblica che contribuisce a rafforzare la fiducia dei cittadini verso i servizi idrici.
Secondo le stime della UE, migliorare l’accesso ad un’acqua potabile di qualità consentirà di ridurre il consumo di acqua in bottiglie di plastica del 17%. Un contributo significativo per l’ambiente grazie alla riduzione dei rifiuti in plastica e delle emissioni di gas a effetto serra a favore di un impatto positivo sull’attenuazione dei cambiamenti climatici e sull’ambiente nel suo complesso.
A questo si aggiunge anche un vantaggio per le tasche dei cittadini: secondo i dati della Commissione UE, infatti, un minore consumo di acqua imbottigliata farà risparmiare, nell’arco di un anno, ben 600 milioni di euro alle famiglie europee.
Accesso migliorato
La Direttiva prevede anche una serie di azioni volte a migliorare l’accesso di tutti i cittadini ad acqua potabile di qualità, a tutela delle categorie più deboli, promuovendo l’utilizzo di acqua di rubinetto. Ad esempio, la Direttiva caldeggia l’installazione di distributori d’acqua all’esterno e all’interno di spazi ed edifici pubblici e incoraggia ristoranti, mense e servizi di ristorazione a mettere a disposizione dei propri clienti acqua potabile a titolo gratuito o a prezzi modici.
“Grazie alle norme qualitative più ambiziose e stringenti previste dalla nuova Direttiva, sarà possibile garantire ai cittadini un’acqua ancor più salubre e sicura di quanto già fosse fino ad oggi “, aggiunge Temporelli.
Tuttavia, è proprio la nuova regolamentazione ad evidenziare il rischio rappresentato dalle nuove forme di inquinamento causate dall’uomo che al momento sono sconosciute come lo erano i Pfas fino a pochi anni fa.
“In questo contesto, i sistemi di filtrazione dell’acqua da collegare alla rete idrica domestica sono sempre più utilizzati come strumenti preventivi in grado di garantire la massima sicurezza dell’acqua del rubinetto”, afferma Claudio De Marco, Household Sales Director di Culligan Italiana. “Questi sistemi sono anche in grado di eliminare il sapore di cloro che, nonostante non sia nocivo e anzi rappresenti una garanzia di sanitizzazione, spesso altera negativamente il gusto dell’acqua del rubinetto. Consentono, inoltre, di produrre istantaneamente acqua frizzante regolabile secondo i propri gusti e in diverse temperature, per un ulteriore incentivo ad eliminare definitivamente le bottiglie di plastica”, conclude De Marco.
La nuova Direttiva UE 2020/2184 rappresenta lo standard di riferimento per la qualità dell’acqua destinata al consumo umano dei paesi dell’UE nel prossimo futuro. Con il recepimento il legislatore nazionale potrà introdurre nell’elenco delle sostanze da controllare ulteriori parametri e/o stabilire valori più restrittivi rispetto a quelli previsti dal legislatore europeo.