Asset allocation mercati emergenti: il caso Cina e le opportunità d’investimento

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Mentre il governo cinese sta applicando misure restrittive soprattutto nell’ambito delle società cosiddette ‘fintech’, ma in generale sul fronte di quelle tecnologiche come Didi, il mercato azionario locale mostra forti performance ribassiste. Infatti, nell’azionario, le borse di Shanghai e Shenzhen hanno registrato una performance del -25% rispetto al picco di febbraio. L’ondata negativa ha colpito proprio i titoli tecnologici, la cui capitalizzazione è passata da $3 mila miliardi a $2 mila miliardi, a causa delle regolamentazioni governative, tra cui le nuovissime restrizioni in tema di cybersecurity.

Nonostante il panorama possa sembrare non dei migliori, rimaniamo positivi sulla Cina, stimando che il mercato azionario cinese possa generare una performance positiva tra il +5% e il +7% nella seconda metà del 2021. Infatti, risulta opportuno considerare che nel secondo semestre del 2020 la Cina ha mostrato un sorprendente recupero del PIL, quando moltissimi paesi erano ancora in difficoltà data la seconda ondata di COVID-19 e le sue varianti. L’attuale fattispecie della Cina è la prova del fatto che un’accelerazione progressiva e costante non può durare in eterno. Anche sul fronte della contrazione della politica monetaria crediamo vi sia un elemento rilevante da considerare. Nel 2020, per far ripartire l’economia il governo cinese ha reso disponibile liquidità per un totale di circa il 20% del PIL e, pertanto, bisogna attendersi politiche monetarie più restrittive. La Cina, infatti, vuole evitare una situazione di sovraindebitamento, che “ingolferebbe” il motore economico di un paese in crescita.

Tuttavia, la Repubblica Popolare non brilla agli occhi degli investitori desiderosi di investire nei mercati emergenti. Anche se vi sono dei buoni presupposti per cui considerare la Cina come un’opportunità d’investimento, prediligiamo altri paesi. Infatti, quelli per cui vediamo delle prime opportunità sono il Brasile, il Sudafrica ed il Messico poiché crediamo che le rispettive banche centrali abbiano gestito con efficacia l’emergenza pandemica. Quindi, prediligiamo una posizione long su titoli azionari brasiliani, messicani e sudafricani appartenenti al settore bancario, e al settore retail (ciclici) considerando che i fondamentali non sono riflessi correttamente nel prezzo di mercato e che non stanno prezzando la riapertura post-pandemica.