Asset allocation con l’inflazione USA che perdura, in attesa di nuovi equilibri

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I recenti risultati del CPI report (indice dei prezzi al consumo) hanno rivelato un peggioramento della pressione inflazionistica per l’economia americana, con un aumento dell’inflazione core dello 0,57% rispetto allo 0,30% previsto dal consenso di mercato, smentendo quindi la falsa Epifania dei precedenti dati positivi di luglio, che sembravano invece iniziare a profilare un contenimento al crescente aumento dei prezzi. Il trend degli ultimi tre mesi, che sembra mettere a rischio il raggiungimento dell’obiettivo previsto dalla politica monetaria americana, volto a riportare l’inflazione a un livello dello 3% entro fine anno, trova come ulteriore ostacolo un mercato del lavoro caratterizzato da un livello di disoccupazione al minimo storico e da una crescita salariale ancora troppo alta secondo i dati del PCE core o indice dei prezzi per la spesa e i consumi personali.

Nonostante la prossimità di una recessione e il percorso non facile che si delinea per il breve e medio termine, crediamo che la prospettiva del soft landing, o dell’atterraggio morbido, sia ancora possibile per l’economia americana per l’anno prossimo. Prevediamo un rialzo dei tassi complessivo della FED del 4,25% entro fine anno con l’aumento di 75 punti base previsto per la prossima riunione di settembre. Troviamo che le incertezze, rivelate anche dai sondaggi, di un contesto stagflazionistico del quadro economico americano caratterizzato da alta inflazione, bassa crescita e alta volatilità, possano riflettersi negativamente sulle valutazioni dei titoli, e che questo sia il caso in cui possano essere meglio individuati i titoli di qualità su cui investire con le valutazioni prezzo-utili calcolate al netto dell’inflazione (Shiller ratio – Rober Shiller Nobel nel 2013) per la costruzione di un portafoglio quanto più anticiclico e difensivo. In questa maniera è possibile osservare le perdite limitate e la resilienza rispetto all’indice delle azioni a bassa volatilità dello Standard & Poor’s.

Dato il prolungarsi e la persistenza prevista delle spinte inflazionistiche, continuiamo a trovare opportunità per l’investimento su titoli che possano meglio seguire gli andamenti dei trend in corso, come quelli del settore energetico e dei titoli difensivi e di breve duration, insieme ad azioni di società di settori, come del bancario e dell’assicurativo, che possono beneficiare del rialzo dei tassi.