Italia, il rimbalzo di Novembre

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I dati di novembre segnano un miglioramento diffuso tra imprese e consumatori in Italia, interrompendo così la fase negativa iniziata a luglio. Rimaniamo cauti nell’interpretare la positività dei dati come un segnale di drastica inversione delle tendenze, crediamo invece che le conseguenze dell’alta inflazione possano manifestarsi in maniera più leggera e mite.

Le statistiche sulla consumer confidence, la fiducia dei consumatori, hanno guadagnato otto punti a novembre, dai 90 punti del mese di ottobre ai 98 a novembre, con i consumatori che sembrano anche aspettarsi un miglioramento delle condizioni economiche dell’Italia, e con un impatto positivo in termini di impiego e di futura riduzione della disoccupazione.

Tra le ragioni che spiegano questo rimbalzo, in contrasto con l’inflazione ancora in aumento e le ancora contenute dinamiche salariali, troviamo le manovre proposte dal nuovo governo a sostegno delle famiglie per compensare le conseguenze negative dello shock energetico sul reddito disponibile. La ripresa è visibile nei settori dei servizi, dove spicca un miglioramento del settore del turismo e della produzione, dove è interessante notare come la crescita sia spinta sia dagli ordini correnti che da quelli attesi, per i quali si registrano simili guadagni sostanziali. Tutto sommato, nonostante i dati di fiducia sorprendentemente forti di oggi, non crediamo che sia ancora in atto una svolta economica. L’impatto negativo dell’inflazione resta sia per i consumatori che per le imprese e sospettiamo che le misure compensative rifinanziate non saranno sufficienti a prevenire una contrazione del PIL nel quarto trimestre di quest’anno. Questa sarà probabilmente la contrazione più contenuta del periodo ma ci potrebbe portare a rivedere al ribasso le nostre previsioni secondo le quali il Pil del 2022 sarebbe cresciuto del 3,6%.