Pil UK: in attesa di un riequilibrio

-

In un momento storicamente turbolento per le finanze mondiali, l’economia inglese appare in uno stato di impasse per via del contrapporsi delle politiche monetarie restrittive della BoE ai piani espansivi del nuovo governo. I timori degli agenti di mercato legati ad un aumento del deficit in conseguenza delle manovre fiscali del governo, volte a sostenere la crescita con la riduzione della tassazione, sono stati riflessi nelle scorse settimane dalle violente fluttuazioni dei titoli di stato a dieci anni e hanno comportato la creazione di un improvvisato quantitative easing per la salvaguardia della stabilità del sistema economico e per il contenimento della volatilità.  A questo si aggiunge Il deficit del 6% del PIL nazionale che dovrà essere finanziato dall’estero e che, in mancanza di esportazioni inglesi, andrà a pesare sulla bilancia dei pagamenti.

Crediamo che difficilmente la banca centrale inglese potrà procedere con la politica restrittiva e con gli aumenti dei tassi richiesti dal mercato, difficilmente questi potranno eccedere i 100 punti base che prevediamo per le prossime due riunioni; la decisione di intervenire per aiutare il mercato obbligazionario potrebbe rivela l’intensione da parte della BoE di consentire alla valuta (e all’inflazione) di agire come meccanismo di aggiustamento primario per l’economia;  pensiamo si possa scendere  ad un livello del tasso di cambio Sterlina/Dollaro del 1,05 nelle prossime settimane.

La pubblicazione dei dati sul PIL inglese prevista per la settimana, vista con molta attenzione dagli agenti mercato pronti a cogliere un dato al di sotto delle aspettative, potrebbe dare sostegno alla retorica del nuovo primo ministro inglese, ed innescare quindi nuove dinamiche inflazionistiche. Manteniamo una visione neutrale sull’andamento degli interessi del Regno Unito, in attesa che il mercato esamini l’efficacia del supporto fornito al termine del programma di acquisto del 14 ottobre: sia i titoli di breve che di lungo termine possono essere esposti a grandi movimenti intraday. Data l’alta incertezza e volatilità del breve periodo, continuiamo a mantenere un asset allocation difensivo sul mercato inglese dove le valutazioni appaiono decisamente a sconto rispetto ad altri mercati preferendo i titoli più incentrati sul business internazionale.