Sui listini globali bad news fa rima con good news
Il rally dei mercati azionari globali continua – agosto è stato il settimo mese consecutivo di rendimenti positivi per l’indice MSCI World. La stagione degli utili ha battuto al rialzo le attese e gli ultimi dati sugli indici ISM manifatturieri indica una solida performance del settore all’interno degli Stati Uniti. In un contesto di tal tipo, qualsiasi preoccupazione che ruoti intorno alla crescita economica sembra al momento priva di fondamento.
Eppure non manca qualche segnale di tensione. Quelli che sono stati degli insuccessi in termini di utili hanno aperto la strada a significative vendite, mentre i buoni risultati sullo stesso fronte, quello degli utili per l’appunto, hanno generato solo guadagni limitati. Le società a grandissima capitalizzazione continuano a dominare la scena – i FAANG rappresentano in questo momento una scelta di sciurezza e di crescita. I mercati emergenti, al contrario, sono in ritardo e continuano a mostrare volatilità.
Storicamente settembre è stato sempre un mese di relativa debolezza per i mercati azionari, in particolare per quanto riguarda gli Stati Uniti e senza dubbio un certo grado di cautela da parte degli investitori è naturale visto il livello così alto dei multipli di valutazione ed un contesto di natura macroeconomica sfidante. La variante Delta continua a pesare negativamente sulla fiducia dei consumatori a livello globale. Inoltre, la questione relativa all’Afghanistan ci ricorda quanto velocemente possano emergere i rischi di natura geopolitica, mentre l’uragano Ida testimonia la nostra vulnerabilità di fronte ad eventi meteorologici estremi, eventi questi che sono sempre più comuni.
Naturalmente, gli ultimi dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti continuano ad essere deludenti. Tuttavia, è proprio questa debolezza che può far salire i mercati, almeno adottando un orizzonte temporale di breve termine. Gli investitori sono molto concentrati sulle scelte della Fed e probabilmente vedremo un ritorno a quel classico atteggiamento laddove le “le cattive notizie sono buone notizie” con un rallentamento peggiore del previsto nel mercato del lavoro statunitense che probabilmente farà salire le azioni in previsione di uno stimolo più duraturo.