Un investitore italiano su cinque, tra coloro che si avvalgono di consulenza, cerca d’investire su criptovalute in modo indipendente

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Un’indagine commissionata da WisdomTree, sponsor di prodotti ETF (exchange-traded fund) ed ETP (exchange-traded product), ha rivelato che gli italiani pensano che le criptovalute possano essere utilizzate nei portafogli come asset non correlati in un’ottica di diversificazione. Inoltre, più di nove consulenti italiani su dieci (il 94%) hanno parlato con i propri clienti degli investimenti in criptovalute e un quinto dei clienti (il 21%) è disposto a puntare su questa asset class investendo al di fuori del rapporto di consulenza.

Il sondaggio, condotto da CoreData Research, un’agenzia di ricerca indipendente, ha coinvolto 600 investitori professionali provenienti da tutta Europa, dalle società di consulenza finanziaria wholesale ai gestori patrimoniali, ai family office. Gli investitori interpellati gestiscono un volume di masse che ammonta a circa 400 miliardi di euro.

Sebbene il quadro normativo crei sicuramente un contesto pieno di sfide per i consulenti finanziari italiani e i loro clienti, la regolamentazione al momento, pur essendo tra i fattori considerati come ostacolo, non è considerata la barriera maggiore all’allocazione su quest’asset class. Il 32% dei consulenti italiani ha affermato che è la mancanza di valore intrinseco il motivo più comune per cui ha deciso di non investire su criptovalute a titolo professionale. Per i consulenti finanziari italiani, altre due barriere più comuni sono appunto l’assenza di regolamentazione (30%) e la volatilità (28%), entrambe ritenute un grosso ostacolo all’allocazione del capitale sugli asset digitali.

Negli ultimi anni, è cresciuta la consapevolezza riguardo le valute digitali e gli investimenti verso questa nuova asset class. Molti investitori professionali oggi sono consapevoli del ruolo che gli asset digitali possono svolgere all’interno di un portafoglio. Ad esempio, il 16% dei consulenti italiani ritiene che le criptovalute possano essere impiegate come copertura contro le perturbazioni del sistema finanziario globale e quasi la metà (47%) dei consulenti italiani ritiene adeguata un’allocazione su criptovalute nell’ordine dell’1-2%.

Jason Guthrie, Head of Digital Assets, Europe di WisdomTree, ha dichiarato:“Le criptovalute sono una asset class giovane e possono assolvere a ruoli diversi in portafogli diversi. Categorizzare tutti gli asset allo stesso modo è limitante, in quanto così facendo si tralasciano le specificità e le diverse possibili modalità di impiego all’interno di un portafoglio delle singole valute: ad esempio, le monete mega cap come bitcoin ed ether sono molto diverse dalla vasta gamma di altcoin disponibili sul mercato. Nonostante la volatilità a cui abbiamo assistito quest’anno, la domanda di asset digitali non è diminuita e i consulenti devono essere un passo avanti per garantire che i portafogli dei clienti siano gestiti in modo efficace e che i rischi legati all’investimento vengano ridotti al minimo”.

Alla domanda sulla propensione al rischio dall’inizio della pandemia di Covid-19, quasi la metà (47%) dei consulenti in tutta Europa ha affermato che i propri clienti sono alla ricerca d’investimenti più rischiosi, forse spinti dall’aumento dell’inflazione e dai bassi tassi d’interesse. In Italia, il 33% ha affermato che la propensione al rischio è rimasta invariata, mentre il 46% ha notato un aumento della domanda d’investimenti più rischiosi.

Poiché il mercato delle criptovalute sta vivendo una significativa volatilità nel 2021, è diventato sempre più importante per i consulenti avere accesso a ricerche e materiale educational per supportare i clienti.

Jason ha concluso dicendo: “Nell’UE i consulenti forniscono accesso agli ETP su criptovalute, sebbene ciò rappresenti ancora una sfida per la maggior parte dei consulenti finanziari. Investire attraverso i prodotti ETP consente l’esposizione all’attivo sottostante senza che l’investitore debba gestirne le chiavi pubbliche e private. Pertanto, i clienti non devono preoccuparsi di conservare le monete nei portafogli digitali e avranno un accesso più agevole a materiale educational e di consulenza. Se un cliente è disposto a investire al di fuori del rapporto di consulenza, la cosa migliore che un consulente possa fare è quella di tenersi sempre aggiornato sull’asset class ed essere una guida per il cliente nel viaggio verso le criptovalute, poiché così facendo ridurrà al minimo il rischio di capitale. La gestione del rischio e la formazione dovrebbero essere una priorità, soprattutto con una risorsa come questa, ancora agli albori e in rapida evoluzione”.