La speranza viene dagli utili

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La prima domanda che ci poniamo è se, dopo il solido rally azionario da cui veniamo, i listini possano correre ancora nel corso del 2022. I timori di certo non mancano: inflazione, mercati del lavoro, problemi della catena di approvvigionamento, elezioni di midterm, tensioni geopolitiche sul fronte Cina/Taiwan e Russia/Ucraina, revision al rialzo dei tassi da parte delle Banche centrali, valutazioni, varianti COVID e molto altro. E dato che molti di questi timori è verosimile ci accompagnino nel corso dell’anno, è comprensibile che gli investitori mantengano un atteggiamento tutt’altro che rialzista.  Ma anche i più scettici possono ad un certo punto cambiare idea.

Cosa dunque potrebbe dare agli scettici una ragione per essere ottimisti guardando all’anno appena iniziato? Se le nostre aspettative si concretizzeranno, dovremmo avere più chiarezza su molti di questi timori entro l’estate. Man mano che la variante Omicron diventerà il ceppo dominante, e se la sua diffusione, più contagiosa ma meno grave, genererà più contagi ma solo con sintomi lievi – cosa che molti esperti si aspettano – un’ampia fetta di popolazione potrebbe immunizzarsi, o con la guarigione o mediate vaccino. La diminuzione delle preoccupazioni legate alla pandemia dovrebbe aiutare l’economia globale a normalizzarsi, permettendo alle interruzioni della catena di approvvigionamento di venire meno e ai mercati del lavoro di riprendersi seriamente. In questo scenario, è probabile che l’inflazione raggiunga il picco all’inizio del 2022 per poi attenuarsi a fine anno.

Inoltre, la crescita nominale, pur rallentando, dovrebbe rimanere ben al di sopra del trend per tutta la durata dell’anno. Dalla ricostruzione delle scorte e da un ciclo di capex prolungato a una robusta spesa dei consumatori e a una crescente domanda di esportazioni, questi elementi catalizzatori dovrebbero sostenere un regime di crescita superiore a quello che molti potrebbero aspettarsi. Anche l’edilizia abitativa sembra destinata a giocare un ruolo evidente nel sostenere la crescita. I tassi bassi, la carenza di abitazioni a prezzi accessibili e il boom degli acquisti da parte dei Millennial sono tutti fattori chiave. Cui vanno aggiunti i benefici accessori delle nuove costruzioni – cioè elettrodomestici e arredamento – e anche la spesa dei consumatori dovrebbe rimanere solida. Infine, crediamo che l’insieme degli ostacoli di natura fiscale possa rivelarsi meno minacciosa delle previsioni. Le entrate statali e locali si sono spinte nettamente al di sopra dei livelli di trend a causa dell’aumento delle tasse legate ai consumi e ai valori immobiliari più elevati, mentre i bilanci sono stati tagliati dalla politica durante la crisi pandemica. Questo surplus di entrate sarà speso nel tempo, compensando parzialmente gli ostacoli fiscali a livello centrale.

In fin dei conti non mancano i presupposti per guardare al 2022 con ottimismo.  Ma cosa guida i prezzi azionario? Gli utili. E se abbiamo imparato qualcosa durante il 2021, sappiamo che le aziende statunitensi stanno facendo bene a gestire l’aumento dei costi di produzione e dei salari. Le preoccupazioni per la compressione dei margini si sono sgonfiate ormai trimestri fa e i guadagni di leva operativa maturati durante la pandemia non svaniranno da un giorno all’altro. Le prime indicazioni sulla stagione degli utili finora indicano continui miglioramenti dei margini, una robusta crescita organica e una forte crescita dell’EPS. Con i catalizzatori in atto per un regime di crescita del PIL nominale più alto almeno per il 2022, potremmo di nuovo vedere i presupposti di una sottovalutazione della flessibilità e della spinta imprenditoriale delle imprese statunitensi. Inoltre, con i rendimenti ancora ben al di sotto dei tassi di inflazione previsti a lungo termine, cos’altro avete intenzione di attendere? Il modello TINA (there is no alternative) è vivo e vegeto.