La gestione del conflitto russo, primo banco di prova in vista delle prossime elezioni

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La nostra attenzione rimane concentrata sul conflitto tra Russia e Ucraina, così come sulle possibili reazioni all’aggressione russa. I mercati controllano attentamente l’annuncio di nuove sanzioni e l’avanzata delle forze russe in territorio ucraino. Oltre all’ovvia catastrofe umanitaria portata dalla guerra e all’avversione al rischio che deriva da un evento dai risultati altamente imprevedibili, l’attacco all’Ucraina mette sotto pressione i prezzi delle materie prime più associate alla regione. I prezzi di prodotti come gas naturale, petrolio, grano, mais, fertilizzanti, nichel e alluminio stanno salendo alle stelle e ci aspettiamo che rimangano volatili, poiché sia il conflitto stesso sia le sanzioni imposte alla Russia sollevano dubbi sulla fornitura di queste materie prime nell’economia globale – e, con particolare importanza per l’agricoltura in Brasile, anche la fornitura di fertilizzanti, dato che la Russia è un grande esportatore di tali articoli.

L’aumento dei prezzi dell’energia, delle materie prime e dei beni alimentari infliggerà un danno consistente all’economia globale e alle famiglie a reddito medio-basso, mettendo alla prova i governi delle nazioni democratiche con le prossime elezioni. Una guerra prolungata aumenta i rischi di un rallentamento globale e di una recessione, dato che il reddito disponibile delle famiglie è compresso. Sebbene le economie esportatrici di energia nell’area Emea e in America Latina beneficeranno di termini di scambio favorevoli fino a quando non si verificherà la distruzione della domanda, le economie importatrici di energia negli emergenti continueranno a soffrire. Diventerà quasi impossibile per la maggior parte delle economie continuare con lo status quo del “non fare niente” se i prezzi del petrolio rimarranno ad un livello elevato.