Un portafoglio sugli Emergenti, molto oltre le materie prime

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L’aumento dei prezzi dell’energia, delle materie prime e dei prodotti agricoli proocurerà danni obiettivi all’economia globale e alle famiglie – soprattutto per quanto riguarda le fasce a reddito medio-basso – mettendo alla prova i governi dei Paesi democratici anche in vista delle prossime tornate elettorali. Una guerra prolungata aumenta i rischi di un rallentamento globale e di una fase recessiva, dato che il reddito disponibile delle famiglie è diminuito. Le economie del Medio Oriente, dell’Africa e dell’America Latina stanno attualmente beneficiando di termini di scambio favorevoli in quanto esportatori di energia (fino a quando la domanda reggerà), mentre le economie importatrici di energia nell’ambito dei Paesi emergenti continuano a soffrire.

Mettendo ovviamente tra parentesi la Russia, dato l’impatto economico negativo dell’invasione in Ucraina, il Medio Oriente in linea generale trae vantaggio dall’aumento dei prezzi del petrolio. Ad oggi Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Kuwait hanno registrato performance elevate supportati dall’incremento dei prezzi del petrolio. Il Qatar è l’eccezione, che beneficia dell’aumento dei prezzi del gas in quanto grande esportatore di LNG. Ampliando l’orizzonte, i principali mercati delle materie prime in America Latina – guidati da Perù, Colombia e Brasile – hanno finora fornito rendimenti a doppia cifra, spinti dall’aumento dei prezzi dei metalli di base e delle soft commodity. Al contrario, l’aumento dei prezzi del petrolio crea problemi per molte nazioni importatrici, come l’Egitto, la Turchia e l’India. È probabile che le principali economie del mondo accelerino il proprio passaggio a fonti di energia sostenibili, accelerando così un allontanamento dai combustibili fossili nel medio/lungo termine.

Evitiamo i combustibili fossili (petrolio/carbone) perché non crediamo che siano investimenti sostenibili nel lungo periodo. Gli investimenti per la transizione energetica che si dispiegheranno nel corso dei prossimi anni forniscono un supporto favorevole alle nostre partecipazioni che operano nei segmenti legati all’elettrificazione della rete, alle energie rinnovabili, all’idrogeno e alle tecnologie pulite, che riteniamo offrano una traiettoria di crescita molto più lunga. I titoli di questi settori hanno subito una recente correzione a causa delle crescenti tensioni geopolitiche ed offrono un buon margine di sicurezza.