Società quotate e corporate governance, la radiografia della Consob

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E’ stata pubblicata dalla Consob la decima edizione del Rapporto Consob sulla corporate governance delle società quotate italiane.  Quali sono le principali evidenze ?

Partendo dagli assetti proprietari si sottolinea come la concentrazione proprietaria è lievemente calata nel tempo, come emerge dal dato relativo alla quota del primo azionista passata in media dal 48,7% nel 1998 al 47,6% nel 2020. In linea con gli anni precedenti, le famiglie continuano a essere i principali azionisti di riferimento, controllando il 64% delle imprese quotate, mentre lo Stato e gli altri enti locali rappresentano l’azionista di riferimento in circa una società su dieci.

A fine 2020 la presenza di investitori istituzionali nell’azionariato rilevante delle società quotate italiane, sebbene in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente, rimane più diffusa nel confronto con il dato di lungo periodo per i soggetti esteri (azionisti rilevanti in 50 imprese a fronte di 36 nel 2011) e registra un aumento per gli investitori italiani per la prima volta  nell’ultimo decennio (18 società). Per quanto riguarda la separazione fra proprietà e controllo, si conferma la progressiva riduzione dell’intensità del fenomeno.

È sempre più diffuso il voto maggiorato, che a fine 2020 è previsto nello statuto di 64 emittenti, rappresentativi di poco più del 17% del valore totale di mercato, e risulta efficace in 40 società.

Con riferimento alla governance si conferma la prevalenza del modello di governo tradizionale. I consigli di amministrazione stabilmente composti da circa dieci membri, mostrano alcuni mutamenti quanto a presenza di consiglieri indipendenti e di minoranza. Non mostra variazioni sostanziali la percentuale di società che effettuano l’autovalutazione annuale, mentre cresce il numero di emittenti che adottano il piano di successione.

In considerazione delle profonde evoluzioni strutturali in atto in materia di sostenibilità e digitalizzazione e della rilevanza per l’attività di impresa, il Rapporto censisce per la prima volta le competenze in questi ambiti degli amministratori delle società medio – grandi. A fine 2020 la quota di incarichi di amministrazione ricoperti da consiglieri con competenze di sostenibilità è pari al 14,6% mentre il dato si attesta al 16% con riferimento alle competenze digitali. Gli emittenti con almeno un consigliere con competenze di sostenibilità o digitali si attesta, rispettivamente, a circa il 72% e a poco più del 74%, mentre il 28% conta amministratori con entrambi i profili.

L’evoluzione nel tempo della diversity degli organi di amministrazione e controllo riflette anche l’aumento della presenza femminile, legata all’applicazione delle disposizioni in materia di quote di genere. In particolare, nell’ambito degli organi di amministrazione, si rileva complessivamente una lieve riduzione dell’età media, un innalzamento del livello di istruzione e una maggior diversificazione dei profili professionali. A a fine 2021 il 41% degli incarichi di amministrazione nelle società quotate è esercitato da una donna, dato che rappresenta il massimo storico osservato sul mercato italiano, anche per effetto dell’applicazione delle normative sulle quote di genere. L’ingresso delle donne nei board ha concorso a modificarne le caratteristiche, abbassando l’età media dei membri, innalzandone la quota di laureati e aumentandone la diversificazione dei profili professionali.

La stagione assembleare 2021 delle società quotate a più elevata capitalizzazione ha fatto registrare una partecipazione degli azionisti pari, in media, al 74,6%. Gli investitori istituzionali italiani hanno preso parte a 95 adunanze, il dato più alto dal 2012. In media, le politiche di remunerazione in vigore sono state approvate con voto favorevole da circa due terzi del capitale sociale e da quasi il 90% del capitale sociale rappresentato in assemblea, mentre i voti a favore sui compensi corrisposti per l’esercizio precedente sono stati il 66% del capitale sociale e l’88% circa dei voti rappresentati in assemblea.

Con riguardo alle operazioni di maggiore rilevanza con parti correlate, dal 2011 al 2021 sono stati rilevati 670 documenti (41 nel 2021), riferibili in gran parte a società di piccole dimensioni e a operazioni che hanno riguardato in prevalenza finanziamenti o contratti per la fornitura di beni o la prestazione di servizi. In applicazione dell’esenzione prevista dal Regolamento Consob, nello stesso periodo sono state inoltre comunicate all’Istituto 264 operazioni con parti correlate di maggiore rilevanza ordinarie e a condizioni di mercato (29 nel 2021), realizzate soprattutto da società a elevata capitalizzazione.