“Crescono i rischi di stagflazione” – Le previsioni di Fidelity per il 2° trimestre

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La guerra tra Russia e Ucraina è destinata a ridefinire drasticamente l’ordine mondiale, dal punto di vista sia economico sia geopolitico. Nel breve termine, gli shock economici e finanziari derivanti dal conflitto e le sanzioni comminate aggraveranno le pressioni inflazionistiche a livello globale.

Il conseguente impatto sulla crescita e, più in generale, sulla fiducia sarà probabilmente significativo, ma la sua portata e durata risultano incerte. L’Europa è la regione più esposta e molto probabilmente registrerà quanto meno una moderata recessione. Gli Stati Uniti sono relativamente isolati per il momento, ma neanche loro sono completamente immuni, soprattutto dalle conseguenze inflazionistiche della guerra.

Andrew McCaffery, Global CIO, Fidelity International, individua tre temi principali che, a suo giudizio, domineranno il secondo trimestre 2022.

  • La durata del conflitto in Ucraina influenzerà l’andamento dell’economia

“La guerra in Ucraina ha già causato gravi danni economici e continuerà a incidere sulle prospettive a breve termine delle economie globali, soprattutto in Europa. L’andamento del prossimo trimestre sarà pesantemente influenzato dalle tempistiche di risoluzione del conflitto e dall’attenuazione delle difficoltà negli scambi commerciali.

Nel frattempo, le speranze di una diminuzione dei prezzi dell’energia e di un allentamento delle interruzioni nelle catene di fornitura sono svanite. Nel complesso, tali dinamiche continueranno a frenare la crescita e ad esercitare pressioni al rialzo sull’inflazione già elevata.

Tutto ciò delinea uno scenario estremamente complesso, sia per i decisori politici sia per i mercati. A nostro avviso, il mercato deve ancora riflettere i diversi risultati possibili. Propendiamo per flessibilità e utilizzo di coperture, laddove opportuno.

  • Il ritorno del volckerismo

“Un altro tema importante per i mercati nel prossimo trimestre e nel corso dell’anno sarà quello della sfida che le banche centrali dovranno affrontare per tenere sotto controllo l’inflazione a fronte del nuovo scenario geopolitico ed economico. Le tre principali banche centrali dei Mercati Sviluppati (MS) hanno assunto toni decisamente aggressivi. Negli Stati Uniti, la Federal Reserve
ha cercato di evocare l’ex Presidente Volcker – che riuscì a domare l’inflazione negli anni Ottanta del secolo scorso – e ha iniziato ad alzare i tassi di interesse nella riunione del FOMC di marzo. A nostro avviso, la Fed anticiperà i rialzi e la BCE manterrà il tono aggressivo, ma lo shock sulla crescita indotto dalla guerra e la necessità di mantenere tassi reali negativi porteranno a una svolta accomodante entro metà anno.

Tutto ciò potrebbe determinare un trimestre difficile per gli asset più dinamici dei mercati sviluppati. Sosteniamo un posizionamento per la forte probabilità di una stagflazione nei MS, in uno scenario di base di recessione in Europa. Un atteggiamento prudente sul fronte degli asset più dinamici in questa fase è fondamentale.”

  • Le condizioni favoriscono una sovraperformance della Cina

“La Cina potrebbe rivelarsi un utile diversificatore. La regione è molto lontana dal conflitto, sia geograficamente che economicamente, trae beneficio dalla possibilità di un ulteriore allentamento monetario e fiscale e offre valutazioni iniziali più interessanti.

Allo stesso tempo, l’incertezza rimane elevata. Gli obiettivi della politica cinese sono incentrati su deleveraging, riforma del settore immobiliare e crescita sostenibile. A tale riguardo, le prospettive del Dragone appaiono oggi meno ovvie rispetto a quanto accaduto durante la Crisi Finanziaria Globale del 2008. A nostro avviso, questa volta la Cina non svolgerà il ruolo di “put fiscale” in grado di evitare che l’economia mondiale prosegua la sua rotta verso la stagflazione.”

Cosa comporta questo per l’asset allocation all’interno delle asset class?

Solutions & Multi Asset

“Considerando l’incertezza a breve termine sulla crescita mondiale, attualmente siamo sottopesati in obbligazioni e azioni. Siamo particolarmente prudenti sulle azioni europee e sull’euro, a causa delle probabilità di una recessione in Europa. Le nostre previsioni sono più positive sulle azioni dei mercati emergenti, Cina inclusa, e sui titoli dell’Asia-Pacifico, Giappone escluso, nonché su alcune valute dei mercati emergenti selezionate, a fronte del potenziale di diversificazione e del possibile sostegno per gli esportatori di materie prime. Infine, deteniamo una posizione long in USD, sia perché riteniamo che i differenziali dei tassi di interesse sosterranno il dollaro mentre la Fed resterà concentrata sull’inflazione, sia per le sue caratteristiche difensive che potranno offrire protezione in caso di peggioramento delle condizioni di mercato nel breve termine.”

Azioni

“A nostro avviso, concentrare l’attenzione su società di qualità elevata piuttosto che sulla selezione di determinati settori, è l’approccio migliore, considerando l’aumento dei rischi geopolitici e di stagflazione. Le società con un potere di determinazione dei prezzi e la capacità di proteggere i margini dovrebbero registrare performance relativamente positive in questo scenario. Le azioni dovrebbero continuare a fornire una solida fonte di reddito, poiché i bilanci sono stati rimessi in ordine dopo la fase peggiore della pandemia. Siamo prudenti sull’Europa, dato il rischio di recessione nella regione; riteniamo che alcuni mercati emergenti offrano un potenziale di diversificazione, soprattutto in aree che traggono beneficio dall’aumento dei prezzi delle materie prime. Alcune parti della Cina appaiono convenienti, anche se la volatilità rimane elevata.”

Obbligazioni

“La stagflazione rappresenta una sfida, ma ci sono alcuni comparti del reddito fisso che, a nostro avviso, saranno maggiormente protetti rispetto al rialzo dei tassi e al rallentamento della crescita. I breakeven dovrebbero mantenere performance relativamente soddisfacenti, considerando che le aspettative di inflazione aumenteranno. Siamo positivi sul segmento Investment Grade in euro, a fronte delle sue caratteristiche più difensive e del miglioramento delle valutazioni. Gli investitori obbligazionari non dovrebbero temere la duration. Il rialzo dei rendimenti nominali potrebbe essere limitato dai vincoli di rifinanziamento del debito, dalle iniziative delle banche centrali e dalla domanda di asset sicuri. Riteniamo improbabile un aumento dei tassi di interesse da parte della BCE nel 2022 (nonostante i toni aggressivi mantenuti nel mese di marzo) e riteniamo che la duration dei principali Paesi europei offra valore.”

Credito privato

“Fino a questo momento la guerra ha avuto un impatto diretto limitato sui nostri portafogli, e la resilienza dei mercati evidenzia che ci sono stati pochi movimenti di prezzo significativi. Tuttavia, a causa delle ampie interruzioni nella catena di fornitura, spesso indirette, dovute al conflitto, questo periodo richiede un investimento attivo e una selezione dei titoli prudenti. Ad ogni modo, il credito privato può rivelarsi una copertura efficace contro l’inflazione, grazie alle cedole a tasso variabile. Inoltre, questa tipologia di investimento offre una posizione senior nella struttura di capitale e livelli di reddito elevati a fronte di una bassa volatilità. Attualmente, la nostra attenzione si concentra sulle società in grado di sostenere flussi di cassa più elevati e pressioni sui margini.”

Immobiliare

“In questo momento, il rischio principale per il settore immobiliare è il rallentamento della crescita economica. A nostro avviso, i mercati sono stati lenti a reagire alla crisi e, per questo motivo, restiamo prudenti. Anche la stagflazione è fonte di preoccupazione. Normalmente, il settore immobiliare registra un andamento positivo nei periodi di inflazione brevi, ma meno positivo nei periodi di stagflazione prolungati. Tuttavia, restiamo concentrati sui temi macro a lungo termine – sanità, edilizia residenziale e centri dati – mentre le locazioni indicizzate all’inflazione offrono una forma di protezione contro l’inflazione.
In ultima analisi, i rischi di stagflazione sono aumentati, poiché la guerra in Ucraina ha interrotto il trend di crescita globale, soprattutto in Europa, e le relative ripercussioni sono legate alle modalità e alle tempistiche di risoluzione del conflitto. Inoltre, il conflitto ha esacerbato le pressioni inflazionistiche, creando ancora più problemi ai decisori politici. Dall’inizio del 2022 abbiamo ridotto il rischio e stiamo concentrando la nostra attenzione su regioni, settori e asset class che forniscono protezione e reddito in uno scenario fortemente incerto di rallentamento della crescita e aumento dell’inflazione”.