Cos’è l’economia circolare e perché è essenziale per una vera sostenibilità?

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La popolazione odierna consuma 1,7 volte più risorse di quelle che la Terra può sostenere, e sta crescendo rapidamente*: entro il 2050 supererà i 9 miliardi.

Nonostante i piani finalizzati alla loro riduzione, i gas a effetto serra vengono prodotti a un ritmo che sta rapidamente destabilizzando il clima. Il nostro modello economico è superato e deve cambiare. Un modello economico “circolare” consentirebbe invece di ridurre gli sprechi di energia e di materiali e di ridurre i danni ambientali.

Ma cos’è l’economia circolare, come ci arriveremo e che cosa possono fare gli investitori?

Cos’è l’economia circolare?

Un’economia circolare fornisce ciò di cui i consumatori hanno bisogno senza permettere che i materiali vengano scartati e che si crei inquinamento nel processo. Sfida l’attuale approccio “acquista-usa-butta”, che consuma risorse limitate che vengono utilizzate per poco tempo e poi scartate, spesso direttamente in discarica.

Un’economia circolare adotta soluzioni progettuali per eliminare i rifiuti e l’inquinamento in modo che i materiali rimangano in uso. Il 55% dei gas serra globali è generato dal consumo di energia. Pochi sanno che il 45% è generato dai processi di produzione (industria, agricoltura e uso del suolo). L’economia circolare progetta prodotti e servizi all’insegna dell’efficienza, della riutilizzabilità e della riciclabilità.

Si tratta di una tendenza globale e duratura, essenziale per proteggere il pianeta e gli standard di vita anche in futuro. I governi stanno introducendo obiettivi chiari e politiche di sostegno per chiudere il ciclo economico. I consumatori chiedono prodotti e servizi sostenibili e insistono su standard ambientali più elevati. Anche la tecnologia sta contribuendo alla transizione, dalla scienza dei materiali alla digitalizzazione.

Questo creerà un’opportunità stimata in 4.500 miliardi di dollari entro il 2030 e in 25.000 miliardi di dollari entro il 2050.

Perché è così importante?

Secondo le previsioni dell’International Panel on Climate Change, per contenere il cambiamento di temperatura entro 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali, dobbiamo ridurre le emissioni di gas serra del 45% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030 e arrivare al net-zero entro il 2050. Ciononostante, l’Energy Information Administration degli Stati Uniti prevede che nel 2050 le emissioni di gas serra saranno del 30% superiori a quelle del 2010.

Sebbene si tratti di uno scenario desolante, significa almeno che abbiamo una serie impressionante di opportunità a cui puntare quando cerchiamo aziende che progettano di eliminare gli sprechi e l’inquinamento e mantengono in uso prodotti e materiali.

Quali sono le opportunità emergenti?

Il successo della transizione verso un’economia circolare si basa su una combinazione di influenza e innovazione. Le grandi aziende hanno il potere finanziario e le dimensioni necessarie per attuare un cambiamento su scala adeguata. Molte aziende più giovani – quelle che sfidano lo status quo – sono ancora private e non sono ancora quotate sui mercati azionari pubblici, e spesso forniscono le idee più dirompenti.

Per evolvere al ritmo necessario, sia le aziende in erba che quelle con radici profonde dovranno svolgere il proprio ruolo. Gli investitori che cercano di partecipare alla transizione dell’economia circolare dovrebbero puntare a coltivare la massima flessibilità possibile, per accedere all’innovazione laddove è più abbondante.

Ci sono cinque sottotemi chiave che offriranno opportunità di investimento durante la transizione dell’economia globale.

Il primo è quello della filiera circolare, che comporta l’introduzione di materiali completamente rinnovabili, riciclabili o biodegradabili che possono essere utilizzati in cicli di vita consecutivi. In questo modo è possibile ridurre i costi a lungo termine e aumentare la prevedibilità e il controllo della catena di fornitura.

Il secondo è quello del recupero e riciclo, che si riferiscono a un sistema di produzione e consumo in cui tutto ciò che un tempo era considerato un rifiuto viene riutilizzato per altri usi. Le aziende possono recuperare i prodotti a fine vita per recuperare e riutilizzare materiali, energia e componenti preziosi.

Il terzo si riferisce alle piattaforme di condivisione e “prodotti come servizio”. Le piattaforme di condivisione utilizzano la tecnologia per aumentare l’utilizzo dei beni, evitare la capacità inutilizzata o trovare una nuova vita ai prodotti. Il prodotto come servizio prevede che i consumatori paghino per l’utilizzo di un prodotto piuttosto che per il prodotto stesso. Questo sposta l’attenzione dei produttori sulla longevità, l’affidabilità e la riutilizzabilità.

Il quarto è l’estensione della vita del prodotto, il cui modello mira a catturare il valore dei prodotti che possono essere rotti, fuori moda o non più necessari. Mantenendo e migliorando i prodotti attraverso riparazioni, aggiornamenti o rifabbricazione – o trovando un nuovo proprietario – le aziende possono creare un enorme valore economico.

Infine, abbiamo i fattori di supporto tecnologico: si tratta di aziende i cui prodotti o servizi forniscono gli strumenti per una transizione verso l’economia circolare. Queste aziende possono spaziare nei settori del software, dell’elettronica e dell’industria, ma tutte forniscono gli strumenti necessari per una transizione circolare di successo.

L’urgenza di agire per costruire un cambiamento investibile

I limiti del pianeta per sostenere l’umanità sono stati superati. I leader mondiali, svegliatisi di fronte alla sfida, stanno ora tirando fuori la testa dalla sabbia e comprendendo la sua portata. Dobbiamo ridurre drasticamente la pressione sulla Terra ricalibrando rapidamente l’economia globale. Siamo convinti che, sostenendo le aziende che contribuiranno a realizzare questa realtà economica, supereremo quelle che rimangono ancorate al vecchio paradigma. Inoltre, possiamo garantire che la prosperità per le generazioni future sia mantenuta o migliorata.

La popolazione odierna consuma 1,7 volte più risorse di quelle che la Terra può sostenere, e sta crescendo rapidamente*: entro il 2050 supererà i 9 miliardi.

Nonostante i piani finalizzati alla loro riduzione, i gas a effetto serra vengono prodotti a un ritmo che sta rapidamente destabilizzando il clima. Il nostro modello economico è superato e deve cambiare. Un modello economico “circolare” consentirebbe invece di ridurre gli sprechi di energia e di materiali e di ridurre i danni ambientali.

Ma cos’è l’economia circolare, come ci arriveremo e che cosa possono fare gli investitori?

Cos’è l’economia circolare?

Un’economia circolare fornisce ciò di cui i consumatori hanno bisogno senza permettere che i materiali vengano scartati e che si crei inquinamento nel processo. Sfida l’attuale approccio “acquista-usa-butta”, che consuma risorse limitate che vengono utilizzate per poco tempo e poi scartate, spesso direttamente in discarica.

Un’economia circolare adotta soluzioni progettuali per eliminare i rifiuti e l’inquinamento in modo che i materiali rimangano in uso. Il 55% dei gas serra globali è generato dal consumo di energia. Pochi sanno che il 45% è generato dai processi di produzione (industria, agricoltura e uso del suolo). L’economia circolare progetta prodotti e servizi all’insegna dell’efficienza, della riutilizzabilità e della riciclabilità.

Si tratta di una tendenza globale e duratura, essenziale per proteggere il pianeta e gli standard di vita anche in futuro. I governi stanno introducendo obiettivi chiari e politiche di sostegno per chiudere il ciclo economico. I consumatori chiedono prodotti e servizi sostenibili e insistono su standard ambientali più elevati. Anche la tecnologia sta contribuendo alla transizione, dalla scienza dei materiali alla digitalizzazione.

Questo creerà un’opportunità stimata in 4.500 miliardi di dollari entro il 2030 e in 25.000 miliardi di dollari entro il 2050.

Perché è così importante?

Secondo le previsioni dell’International Panel on Climate Change, per contenere il cambiamento di temperatura entro 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali, dobbiamo ridurre le emissioni di gas serra del 45% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030 e arrivare al net-zero entro il 2050. Ciononostante, l’Energy Information Administration degli Stati Uniti prevede che nel 2050 le emissioni di gas serra saranno del 30% superiori a quelle del 2010.

Sebbene si tratti di uno scenario desolante, significa almeno che abbiamo una serie impressionante di opportunità a cui puntare quando cerchiamo aziende che progettano di eliminare gli sprechi e l’inquinamento e mantengono in uso prodotti e materiali.

Quali sono le opportunità emergenti?

Il successo della transizione verso un’economia circolare si basa su una combinazione di influenza e innovazione. Le grandi aziende hanno il potere finanziario e le dimensioni necessarie per attuare un cambiamento su scala adeguata. Molte aziende più giovani – quelle che sfidano lo status quo – sono ancora private e non sono ancora quotate sui mercati azionari pubblici, e spesso forniscono le idee più dirompenti.

Per evolvere al ritmo necessario, sia le aziende in erba che quelle con radici profonde dovranno svolgere il proprio ruolo. Gli investitori che cercano di partecipare alla transizione dell’economia circolare dovrebbero puntare a coltivare la massima flessibilità possibile, per accedere all’innovazione laddove è più abbondante.

Ci sono cinque sottotemi chiave che offriranno opportunità di investimento durante la transizione dell’economia globale.

Il primo è quello della filiera circolare, che comporta l’introduzione di materiali completamente rinnovabili, riciclabili o biodegradabili che possono essere utilizzati in cicli di vita consecutivi. In questo modo è possibile ridurre i costi a lungo termine e aumentare la prevedibilità e il controllo della catena di fornitura.

Il secondo è quello del recupero e riciclo, che si riferiscono a un sistema di produzione e consumo in cui tutto ciò che un tempo era considerato un rifiuto viene riutilizzato per altri usi. Le aziende possono recuperare i prodotti a fine vita per recuperare e riutilizzare materiali, energia e componenti preziosi.

Il terzo si riferisce alle piattaforme di condivisione e “prodotti come servizio”. Le piattaforme di condivisione utilizzano la tecnologia per aumentare l’utilizzo dei beni, evitare la capacità inutilizzata o trovare una nuova vita ai prodotti. Il prodotto come servizio prevede che i consumatori paghino per l’utilizzo di un prodotto piuttosto che per il prodotto stesso. Questo sposta l’attenzione dei produttori sulla longevità, l’affidabilità e la riutilizzabilità.

Il quarto è l’estensione della vita del prodotto, il cui modello mira a catturare il valore dei prodotti che possono essere rotti, fuori moda o non più necessari. Mantenendo e migliorando i prodotti attraverso riparazioni, aggiornamenti o rifabbricazione – o trovando un nuovo proprietario – le aziende possono creare un enorme valore economico.

Infine, abbiamo i fattori di supporto tecnologico: si tratta di aziende i cui prodotti o servizi forniscono gli strumenti per una transizione verso l’economia circolare. Queste aziende possono spaziare nei settori del software, dell’elettronica e dell’industria, ma tutte forniscono gli strumenti necessari per una transizione circolare di successo.

L’urgenza di agire per costruire un cambiamento investibile

I limiti del pianeta per sostenere l’umanità sono stati superati. I leader mondiali, svegliatisi di fronte alla sfida, stanno ora tirando fuori la testa dalla sabbia e comprendendo la sua portata. Dobbiamo ridurre drasticamente la pressione sulla Terra ricalibrando rapidamente l’economia globale. Siamo convinti che, sostenendo le aziende che contribuiranno a realizzare questa realtà economica, supereremo quelle che rimangono ancorate al vecchio paradigma. Inoltre, possiamo garantire che la prosperità per le generazioni future sia mantenuta o migliorata.