La diffusione delle polizze catastrofali

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Gli effetti congiunti dell’aumento delle temperature, che originano siccità estreme e prolungate, e fenomeni di piogge intense in intervalli di tempo molto circoscritti sono destinati ad acuirsi nel tempo, con conseguenze economiche e in termini di vite umane sempre più pesanti.

Lo sottolinea l’Ania nella sesta edizione dalla indagine periodica condotta sui  risultati della penetrazione delle polizze incendio per le abitazioni civili in cui si rappresenta anche un interessante quadro di quanto siano diffuse le coperture assicurative dei rischi catastrofali.

La rilevazione evidenzia come la casa di proprietà (che rappresenta il bene più importante per gli italiani dal momento che l’80% dei nuclei familiari ne possiede una) viene coperta solo al 50% contro il rischio incendio e, quasi in un caso su cinque, si tratta di coperture collegate al mutuo utilizzato per acquistarle.

Inoltre, nonostante il 75% delle abitazioni sia esposto a un rischio significativo di calamità naturali di vario tipo, poco meno del 5% delle stesse viene protetto da una polizza contro questi eventi.

Si tratta di un valore molto contenuto, sottolinea l’Ania, anche se negli ultimi anni è costantemente cresciuto (era praticamente nullo quindici anni fa).

A questo effetto positivo avrebbe contribuito anche la norma che, a decorrere dal 2018, ha previsto sia l’esenzione dell’imposta fiscale sui premi per le assicurazioni contro gli eventi calamitosi sia la detrazione al 19% di tali premi ai fini IRPEF. S

ebbene questi interventi abbiano di fatto contribuito a una maggiore diffusione delle coperture contro le calamità naturali, l’Italia è forse l’unico paese industrializzato e, per di più, con un’elevata esposizione al rischio privo di un meccanismo regolamentato per la gestione delle calamità naturali.

In altri principali paesi simili al nostro per esposizione al rischio di catastrofi naturali sono in vigore, in alcuni casi da decenni, sistemi regolamentati di gestione del rischio catastrofale (ad esempio in Francia, in Spagna, negli Stati Uniti, in Giappone e in molte altre realtà). Al di là delle differenze legate alle singole specificità nazionali, questi sistemi hanno in comune la partecipazione congiunta del settore assicurativo privato, e a vario titolo, dello Stato, e l’impiego di meccanismi che facilitano la mutualizzazione dei rischi attraverso l’aumento della platea di assicurati.

Andando in maniera più puntuale alle evidenze statistiche il numero complessivo di polizze attive (per il totale del mercato) al 31 marzo 2022 era pari a 11,9 milioni, in aumento del 5,9% se confrontato con l’anno precedente e del 14,4% rispetto a quanto rilevato a marzo 2020 (circa 1,5 milioni di polizze in più in due anni). Continua a crescere il numero di polizze sottoscritte, con un tasso in linea con quello degli ultimi due anni.

A fronte degli 11,9 milioni di polizze risultavano somme assicurate pari a 3.923 miliardi, valore sostanzialmente stabile rispetto al 2021 e in aumento del 3,3% rispetto al 2020 (tavola 1). Analizzando la tipologia di polizze sottoscritte, nel 2022 si è rilevato che il 49% è relativo a polizze multirischio , in diminuzione di quasi 5 punti rispetto al 2021 (il numero di polizze è in riduzione del 3,2% rispetto all’anno precedente), il 39% a polizze che assicurano il solo rischio incendio (monorischio), in aumento invece di oltre 5 punti, circa il 10% a polizze globale fabbricati, mentre lo 0,4% è relativo a polizze che coprono unicamente il rischio terremoto (senza la copertura del rischio incendio).

Dal 2020 la statistica ha cominciato poi a rilevare distintamente anche le polizze che coprono unicamente il rischio alluvione o entrambi i rischi, terremoto e alluvione, senza la copertura del rischio incendio; nel 2022 si registra un incremento delle polizze a copertura di entrambi i rischi catastrofali (da poco più di mille polizze nel 2020 a oltre 75 mila nel 2021 fino a quasi 98 mila nel 2022), mentre rimane trascurabile il numero di quelle contro il solo rischio alluvionale. La distribuzione percentuale delle somme assicurate evidenzia, invece, che il 47% del patrimonio abitativo assicurato è relativo a polizze globale fabbricati (essendo evidentemente le più rilevanti in termini di valore), il 33% a polizze multirischio e oltre il 19% a polizze solo incendio (monorischio)

Il nostro Paese si distingue per una gestione dei danni relativi a calamità naturali che tradizionalmente si basa sull’intervento ex-post da parte dello Stato. Questa modalità di gestione dei danni, attuata ripetutamente nel tempo, ha accresciuto la convinzione che esista un garante di ultima istanza disposto a farsi carico della ricostruzione. Per tale ragione le coperture assicurative per gli eventi catastrofali sono scarsamente diffuse: l’88,7% delle polizze non presenta alcuna estensione assicurativa. Dalla rilevazione effettuata, per tutte le polizze attive al 31 marzo 2022 è risultato che l’11,3% di queste prevede un’estensione per le catastrofi naturali (era il 12,9% a marzo 2021, l’11,6% marzo 2020 ma l’8,5% a marzo 2019); la percentuale risulta comunque più che raddoppiata rispetto a settembre del 2016, quando era pari a 5,1%. Occorre sottolineare che in valore assoluto il numero di polizze che presenta un’estensione per le catastrofi naturali è rimasto sostanzialmente stabile (circa 100 mila polizze in meno) rispetto all’anno precedente ma la riduzione dell’incidenza (11,3% nel 2022 rispetto al 12,9% nel 2021) è spiegabile con l’aumento che hanno registrato invece le polizze monorischio che assicurano unicamente la garanzia incendio

Al 31 marzo 2022 esistevano nel mercato poco meno di 1,4 milioni di polizze con l’estensione alle catastrofi naturali (come nel 2021, 1,2 milioni nel 2020, 826 mila nel 2019, ma solo 440 mila nel 2016), ottenute come somme delle polizze con la copertura del solo rischio terremoto (579 mila), del solo rischio alluvione (275 mila) e di entrambe le calamità (496 mila). Rispetto a quanto rilevato a marzo 2020 le polizze che presentano la copertura del solo rischio terremoto sono diminuite del 12,5% a favore di quelle che hanno la copertura per entrambi i rischi