Ebury: FED, i tassi saliranno ancora e rimarranno alti per diverso tempo

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Mercoledì il Federal Open Market Committee ha annunciato un altro aumento dei tassi di interesse, pur avvertendo che probabilmente i tassi dovranno salire e rimanere più alti di quanto previsto in precedenza.

 

In linea con le previsioni di mercato, il tasso sui fed funds è stato aumentato di altri 75 punti base, portandolo a un intervallo compreso tra il 3,75 e il 4,00%, il quarto aumento consecutivo di tale entità. I commenti alla manovra, compresa la conferenza stampa del presidente Powell, hanno lanciato messaggi contrastanti tra loro sui mercati finanziari. Il dollaro USA è inizialmente sceso, con gli investitori che hanno reagito al cambiamento nella comunicazione della Fed. Nello statement è emerso che la Fed intende continuare ad aumentare i tassi d’interesse. Ha anche accennato che nel determinare il ritmo dei futuri aumenti dei tassi terrà conto della discrepanza temporale con cui la politica monetaria influisce sull’attività economica e sull’inflazione.

 

Il cambiamento di cui sopra è, a nostro avviso, un segnale che la Fed è pronta a limitare l’entità dei rialzi dalla prossima riunione di dicembre, ovvero tornare a un aumento dei tassi di 50 punti base. Nella sua conferenza stampa Powell ha sottolineato che l’impatto dei rialzi dei tassi della Fed non si è ancora concretizzato e che a un certo punto sarebbe opportuno frenare il ciclo di rialzi, cosa che potrebbe avvenire “già nella prossima riunione o in quella successiva”. Ciò ha provocato un’iniziale flessione del dollaro, che è sceso di circa l’1% rispetto all’euro, in quanto gli investitori hanno erroneamente creduto che si trattasse della svolta dovish sui tassi d’interesse che il mercato si attendeva in vista della riunione.

 

Nella conferenza stampa, Powell ha chiarito la posizione della banca centrale sui tassi, considerando “molto prematuro” iniziare a pensare a una pausa del ciclo di rialzo. Ha inoltre sottolineato che desidera vedere tassi reali positivi lungo tutta la curva e che il “livello finale” in cui la Fed terminerà il ciclo di rialzo sarà ora “più alto di quanto previsto in precedenza”. Alla riunione del FOMC di settembre, quando è stato pubblicato l’ultimo “dot plot”, i membri della Fed hanno segnalato di vedere il tasso terminale dei fed funds al 4,6% nel 2023. I commenti di Powell suggeriscono che questo valore è ora troppo basso e sembra che abbia trasmesso ai mercati che i tassi dovranno probabilmente salire almeno al 5% o più. Powell ha messo in guardia sui rischi di un aumento troppo contenuto, alla luce di un disancoraggio delle aspettative di inflazione, e ha affermato che i tassi “dovranno salire e rimanere più alti”.

 

Nel nostro report prima della riunione, speravamo che la Fed chiarisse due questioni. Mentre riteniamo che alla prima delle due domande non sia stata data una risposta definitiva, la seconda sembra aver ricevuto una risposta più inequivocabile:

1) La Fed intende tornare a un rialzo dei tassi di 50 pb nell’ultima riunione del FOMC dell’anno, a dicembre? Riteniamo che ci siano buone probabilità che lo faccia, come accennato nella modifica del comunicato, anche se, come sempre, i dati economici che verranno rilasciati avranno l’ultima parola. Da qui alla riunione di dicembre ci saranno due report sull’inflazione e due sui non farm payroll, tutti fondamentali per orientare la decisione della Fed. Se dovessimo iniziare a vedere una mitigazione delle pressioni sui prezzi, in particolare nell’indice core, è probabile che si torni a un aumento dei tassi di mezzo punto percentuale.

2) Il ciclo di inasprimento potrebbe concludersi nella successiva riunione di febbraio? Con ogni probabilità, no. Ribadendo che i tassi dovranno probabilmente aumentare prima di togliere il piede dal pedale, la Fed ha di fatto riconosciuto che sarà necessario almeno un altro rialzo dei tassi dopo la riunione di febbraio. I mercati hanno reagito prontamente e ora stanno valutando 125 punti base di ulteriori rialzi entro la riunione di marzo e un tasso sui fed funds superiore al 5%. Il nostro scenario di base prevede due ulteriori rialzi di 50 pb nelle riunioni di dicembre e febbraio, prima che la Fed ritorni a un ultimo aumento dei tassi di 25 pb a marzo.

 

Nonostante la Fed abbia praticamente confermato che prevede di moderare il ciclo di inasprimento nelle riunioni di dicembre o febbraio, l’annuncio di mercoledì è stato giustamente percepito come un annuncio hawkish. Il commento di Powell, secondo cui i tassi “dovranno salire ancora e rimanere alti per molto”, invia due chiari segnali ai mercati: a) saranno necessari più rialzi di quelli inizialmente previsti dalla Fed e b) la possibilità di tagli ai tassi nel 2023 è ancora più remota di quanto i mercati credessero. Entrambi questi sviluppi sono positivi per il dollaro USA, che ha recuperato quasi istantaneamente tutte le perdite iniziali e ora scambia circa l’1% in più in alto rispetto alle principali valute rispetto a dove si trovava prima della decisione di mercoledì.