Gli interventi sulle pensioni nella manovra finanziaria

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Dopo il Consiglio dei Ministri del 21 novembre comincia a prendere forma la nuova Legge di Bilancio che deve essere approvata entro fine anno. Così come viene sottolineato la manovra si basa su un approccio prudente e realista che tiene conto della situazione economica, anche in relazione allo scenario internazionale, e allo stesso tempo sostenibile per la finanza pubblica. Sul fronte delle pensioni così come era nelle anticipazioni si confermano le misure in scadenza, sia pure in forma rivisitata, come opzione donna per cui  per il 2023 si introducono  modifiche in funzione del numero dei figli. Come recita il comunicato stampa di Palazzo Chigi si va in pensione a 58 con due figli o più, 59 con un figlio, 60 in altri casi.

Si conferma ugualmente l’Ape sociale. Viene poi introdotto un nuovo canale di pensionamento anticipato , cd quota 103, che costituisce la combinazione del requisito anagrafico di 62 anni e contributivo di 41 anni che, nel proposito futuro e compatibilmente con la futura situazione finanziaria, si vorrebbe fare in modo a tendere che divenga l’unico “paletto” di flessibilità in uscita oltre alle altre modalità per dir così canoniche. Interessante novità che riprende una misura che era stata introdotta dalla riforma Maroni la previsione di un incentivo a rinviare il pensionamento per chi raggiungesse i requisiti.  Per chi decide di restare a lavoro si prevede infatti una decontribuzione del 10%. Per quel che riguarda il welfare aziendale si prevede  una riduzione dal 10 al 5%  del prelievo sui premi di produttività fino a 3000 euro.

Va in ogni modo ricordato come le misure delineate rappresentano un primo step in vista di un intervento più strutturale e organico che verrà posto in essere il prossimo anno in ambito previdenziale nell’ambito di un percorso già avviato di dialogo sociale . I temi che verranno affrontati sono rappresentati dalla flessibilità in uscita, dalla pensione contributiva di garanzia , dal rilancio della previdenza complementare , dalla opportunità di distinguere la spesa previdenziale da quella assistenziale.