Il decreto milleproroghe proroga al 2026 l’isopensione

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Tra le diverse misure varate dal recente decreto mille proroghe vi è il differimento sino al 2026 della possibilità, attualmente prevista sino al 2023, per i lavoratori interessati da eccedenze di personale, di accedere al pensionamento anticipato (cd. isopensione) qualora raggiungano i requisiti minimi per il pensionamento nei 7 anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro, in luogo dei 4 anni previsti a regime.

Va ricordato come l’isopensione o esodo incentivato, così come il contratto di espansione e i fondi di solidarietà, è uno strumento utile per la gestione del turnover generazionale delle aziende. E’ stato introdotto dalla riforma Fornero del mercato del lavoro. Si tratta di un istituto che ha riconosciuto la possibilità ai datori di lavoro con più di 15 dipendenti, nei casi di eccedenza di personale, di stipulare accordi con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello aziendale, al fine di incentivare l’esodo dei lavoratori più anziani.

L’accordo deve essere validato dall’Inps ed in base ad esso si stabilisce che il lavoratore può ricevere, a condizione che raggiunga i requisiti minimi per il pensionamento (di vecchiaia o anticipato) entro i 4/7 anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro , una prestazione, a carico del datore di lavoro, di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti, fino a che non si siano perfezionati i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato,. L’azienda deve poi versare anche la contribuzione piena sia nel caso del pensionamento di vecchiaia che della pensione anticipata.

Va sottolineato come la previsione iniziale fosse di una durata massima di quattro anni elevata poi a sette per il triennio 2018-2020 dalla legge di bilancio 2018 (e successivamente esteso sino al 2023 dalla legge di bilancio 2021.