La percezione previdenziale dei risparmiatori italiani

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L’educazione alle scelte previdenziali contribuisce a rendere più evidenti benefici e costi della partecipazione (e della non partecipazione) alla previdenza complementare, aumentando il grado di consapevolezza in un ambito complesso, come quello delle scelte previdenziali, nel quale, tipicamente, intercorre un lasso temporale molto ampio tra il momento in cui le scelte sono compiute e la fase in cui tali scelte sortiscono i loro effetti. 

Una migliore e più diffusa educazione finanziaria e previdenziale può anche concorrere a far meglio comprendere le motivazioni che sono alla base delle scelte di riforma strutturale del sistema previdenziale che il nostro Paese ha compiuto e a coagulare un consenso più diffuso sulla necessità di mantenere nel tempo una coerenza con tali scelte e con le tendenze di fondo che il Paese deve affrontare, in primo luogo dal punto di vista demografico. Lo sottolinea la Covip in una recente Audizione parlamentare.

Ma quale è lo starting point? Molto interessante una recente indagine di Altro Consumo secondo cui  solo un italiano su tre si occupa della futura pensione . I restanti due terzi confessano che non si stanno affatto preparando, nonostante sia piuttosto diffusa la consapevolezza che la propria futura pensione non sarà in grado di soddisfare i bisogni (lo pensa il 44% degli intervistati), o ci riuscirà solo in maniera appena sufficiente (40%).

Gli italiani sono altrettanto consapevoli anche del fatto che le future pensioni non saranno adeguate; soltanto il 20% di chi ha risposto pensa che riceverà un assegno superiore al 75% del suo ultimo stipendio: quasi il 30% pensa addirittura che non avrà una pensione, mentre un altro 20% ritiene che la sua pensione alla fine sarà meno della metà di ciò che percepisce ora in busta paga.

Quali sono poi le motivazioni per cui ancora non si sta provvedendo? Sia per la limitatezza delle risorse finanziarie a disposizione ( più di uno su cinque dice di non avere abbastanza soldi, mentre un 16% dice di avere altre priorità in fatto di spese). Significativo poi il fatto che il 20% degli intervistati crede di essere troppo giovane per iniziare a pensare a una pensione integrativa. 

Emerge poi una non preparazione a provvedere, dal momento che il 13% degli intervistati non sa come investire per la pensione. Tra quelli che invece lo sanno, il 40% utilizza il conto deposito, il 37% investe in azioni e obbligazioni, mentre quasi uno su tre utilizza i Pip (prodotti pensionistici assicurativi). Un altro terzo di intervistati ha aperto invece un Fondo pensione, scegliendone uno tra quelli aperti (il 23%) o (potendo) uno chiuso (l’11%).