Obbligazionario, le turbolenze economiche offrono opportunità a chi sa essere flessibile

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A nostro avviso, le banche centrali stanno vincendo la guerra contro l’inflazione, ma pensiamo che nei prossimi mesi ci sarà un ulteriore inasprimento, come ha ribadito anche il Presidente della Fed Jerome Powell. Nell’ultimo policy statement del FOMC si legge che “potrebbe essere opportuno un ulteriore irrigidimento delle politiche”. Siamo a nostro agio sul percorso dei tassi d’interesse che la Fed ha ripetutamente comunicato, ma è chiaro che il mercato sta anticipando troppo prematuramente un allentamento delle condizioni monetarie.

Non c’è dubbio che il recente inasprimento delle condizioni di credito stia contribuendo almeno in parte al raggiungimento dell’obiettivo delle banche centrali. Tuttavia, crediamo fermamente che a questi livelli il mercato stia riprezzando le curve sovrane al di là di qualsiasi ragionevole svolta dovish, in assenza di un evento sistemico. L’inflazione non è magicamente scomparsa e le economie in generale sono ancora molto resilienti.

In questo momento, il principale motore dell’inflazione è il mercato del lavoro, che si trova in una delle fasi di maggiore rigidità mai viste e che quindi necessita di essere affrontata. Tuttavia, smorzare il surriscaldamento del mercato del lavoro è un argomento sensibile, sia sul fronte politico che su quello sociale, come stiamo notando in Europa. Tuttavia, se le banche centrali non riuscissero a gestire in modo efficiente il problema del mercato del lavoro, l’inflazione potrebbe diventare vischiosa e quindi ci troveremmo in un nuovo regime di inflazione più elevata più a lungo.

Nell’attuale contesto, gestire in modo attivo la duration rappresenta una strategia utile, dato che offre agli investitori la flessibilità necessaria per adattarsi a diversi cicli e contesti di mercato, compreso l’aumento dei tassi. Con la nostra strategia Dynamic Global Bond, ad esempio, siamo in grado di ridurre rapidamente la duration complessiva del portafoglio fino a meno un anno, e ciò ci consente di gestire il rischio di ribasso e persino di generare rendimenti assoluti positivi. Inoltre, abbiamo anche la flessibilità di aumentare la duration complessiva fino a sei anni, per cercare di massimizzare i guadagni.

La preoccupazione degli investitori per il settore bancario e la fuga verso settori sicuri che ne è seguita hanno determinato un forte aumento dei tassi lungo tutta la curva, ma in particolare nella parte anteriore, con un rialzo delle curve che è diventato decisamente più ripido. A seguito di questi bruschi movimenti, abbiamo riallocato parte della nostra duration corta verso la parte anteriore di alcuni mercati sviluppati core, in quanto ci sembra che il mercato stia prezzando in maniera eccesiva un taglio dei tassi di interesse nel 2023. Pur rallentando, l’inflazione rimane ostinata e “appiccicosa” e nel contempo i mercati del lavoro negli Stati Uniti e in Europa si sono dimostrati resilienti. Il rally dei tassi front-end ha offerto un livello interessante per ricalibrare il nostro posizionamento short.

Nell’ambito del credito, la diminuzione della propensione al rischio ha visto gli spread allargarsi a livelli che abbiamo ritenuto sufficientemente interessanti per aumentare tatticamente la nostra esposizione al credito, data la possibilità di compressione degli stessi spread. Nel medio termine, la nostra view rimane ribassista, poiché l’impatto di una rapida transizione verso un regime di stretta monetaria inizia a pesare sui fondamentali delle imprese.

Le recenti turbolenze che hanno riguardato alcune banche regionali statunitensi ed europee ci ricordano che la politica monetaria funziona con un effetto ritardato. Sebbene sembrasse che molti investitori lo avessero dimenticato, fino ai recenti eventi di cronaca, è necessario ricordare che la volatilità crea opportunità. Con una volatilità dei tassi di interesse così elevata, pensiamo che là fuori ci siano molte opportunità su cui investire.