Tutto sull’appuntamento elettorale greco

-

Il 21 maggio si terranno le elezioni generali in Grecia, in seguito alla conclusione del mandato di 4 anni dell’attuale governo. Sebbene il partito leader, Nea Demokratia, guidato dal premier Kyriakos Mitsotakis, abbia accumulato vantaggio rispetto agli altri partiti per la maggior parte del mandato, lo scandalo delle intercettazioni e l’incidente ferroviario di Tempi hanno cambiato la tendenza. Il principale avversario, Syriza, guidato dall’ex premier Alexis Tsipras, ha recuperato alcune aspettative di voto negli ultimi tempi, riducendo il divario. Sebbene la Grecia sia una nazione piccola e fuori dai radar di molti investitori, queste elezioni sono molto importanti perché il paese sta diventando un attore chiave in Europa. Quale sarà il risultato delle elezioni e qual è la posta in gioco per la Grecia?

Funzionamento del sistema elettorale

Il Parlamento greco ha un totale di 300 seggi. La maggioranza assoluta è di 151 seggi. Per effetto di una modifica della legge elettorale nel 2016, queste elezioni seguiranno un sistema proporzionale per il primo turno. Se nessun partito otterrà la maggioranza assoluta, la Presidente greca Katerina Sakellaropoulou consentirà al leader del partito che ha ottenuto il maggior numero di voti di formare una coalizione di governo. Se non si forma alcuna coalizione, verrà chiesto al secondo partito di formare una coalizione e così via. Se nessun partito riesce a formare una coalizione, si terrà una seconda elezione 40 giorni dopo la prima. Questa seconda elezione seguirà un sistema di rappresentanza semi-proporzionale con un premio di maggioranza progressivo. Tale sistema assegna 20 seggi bonus al partito che ottiene il 25% dei voti; quindi, utilizza una regola lineare per assegnare altri 30 seggi fino al 40%, per un totale di 50 seggi bonus.

Alla luce dei recenti sondaggi, è fortemente probabile che nessun partito ottenga la maggioranza assoluta dopo il primo turno elettorale e quindi si procederà a una seconda elezione.

Quali sono i partiti in corsa in queste elezioni?

Il partito di centrodestra del primo ministro Kyriakos Mitsotakis, Nea Demokratia (ND), è il partito in carica. Durante il suo mandato quadriennale, iniziato nel 2019, ND ha raggiunto una serie di traguardi: il più importante tra i quali è l’uscita dal programma di sorveglianza UE nell’agosto 2022 Inoltre, con il livello della disoccupazione calante, con la revisione al rialzo del rating del paese, una solida crescita del PIL ed una gestione della crisi Covid, Nuova Democrazia ha dimostrato che il pragmatismo è vincente. In seguito al conflitto ucraino, la Grecia è diventata un tassello fondamentale nella strategia energetica dell’Ue grazie a diversi progetti come i terminali GNL, il gasdotto EastMed e il gasdotto di interconnessione TAP. I sondaggi prevedono che attualmente ND vinca con il 32% dei voti.

Syriza è il secondo partito ed è guidato dall’ex premier Alexis Tsipras. Syriza è una coalizione di sinistra e rappresenta la principale opposizione a Mitsotakis. Syriza, al 26% nei sondaggi, si è espressa a gran voce per la mancanza di indagini dopo lo scandalo delle intercettazioni ed ha anche incolpato ND per il tragico incidente ferroviario di Tempi. Più recentemente, Tsipras ha accennato a una possibile coalizione con il MeRA25, il partito di Varoufakis.

Pasok, un movimento socialista, è il terzo partito più importante del paese, attestandosi nei sondaggi al 9%, ed è guidato da Nikos Androulakis. Pasok è critico nei confronti di ND e Syriza, sottolineando che entrambi i partiti hanno sostenuto le misure di austerità durante la crisi pandemica. Se farà parte di una coalizione, Pasok spingerà per un premier che non sia un leader di partito. Nel caso molto probabile di una seconda elezione, una coalizione Pasok-Syriza ha alte probabilità di concretizzarsi.

Altri partiti sono il KKE, partito comunista, al 6% nei sondaggi, che otterrà qualche seggio, Soluzione Greca, un partito ultranazionalista, che si attesta oggi intorno al 4%, quindi sopra la soglia del 3%, ed il MeRA25, il partito di sinistra radicale di Varoufakis, che attualmente supera di poco il 3%. Vale la pena notare che buona parte degli elettori ha poca stima di Varoufakis, che si è giocato il destino del Paese nel 2015, mentre alcuni intellettuali dell’UE continuano a lodare il suo modo di pensare fuori dagli schemi. Infine, il partito di estrema destra Alba Dorata che è stato recentemente escluso dalla Corte Suprema dalle elezioni.

Qual è la posta in gioco?

La maggior parte delle riforme ha acquisito uno slancio sufficiente per non essere invertita. La Grecia attira attualmente grandi aziende internazionali, come Microsoft che sta sviluppando centri dati o, più recentemente, Hewlett-Packard che ha creato un centro di eccellenza per l’intelligenza artificiale nel Paese. La Grecia ha anche attuato il suo più grande piano di crescita, chiamato Grecia 2.0, un importante piano di investimenti sviluppato dal comitato Pissarides. Questo piano ha permesso al paese di richiedere i finanziamenti previsti dagli strumenti Recovery and Resilience Facility e NextGenEurope. La cosa più importante è, per finire, che la Grecia potrebbe a breve recuperare il rating “investment grade” perso nel 2011, dopo 12 anni di vagabondaggio nell’area “junk”. Questa revisione potrebbe cambiare radicalmente l’andamento della Grecia, in quanto gli investitori inseriranno nuovamente il paese nella loro lista di investimenti. Alex Patelis, il principale consulente economico del premier, è recentemente intervenuto al forum annuale di Delfi, citando tre precondizioni cruciali: la riduzione del debito, il proseguimento delle riforme e la stabilizzazione del settore bancario. Qualsiasi osservatore della Grecia sa che oggi tali le condizioni sono più che soddisfatte. Il futuro della Grecia continua ad essere più luminoso che mai.