Grecia 2.0: considerare la crescita futura

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Da quando il primo ministro Kyriakos Mitsotakis e il suo partito, Nuova Democrazia, hanno assunto il potere nel 2019, la Grecia ha avviato una serie di riforme ambiziose per la ristrutturazione del paese e delle sue istituzioni dopo la crisi. Inoltre, ha cercato di riportare gli investitori internazionali nel paese. Nonostante le sfide degli ultimi anni, come il Covid, la guerra in Ucraina e l’inflazione, il governo è rimasto concentrato e ha continuato a rispettare il suo mandato. Nel 2021 la Grecia ha presentato un piano ambizioso con l’UE, denominato Grecia 2.0 e incluso nell’ambito del Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) del programma NGEU, pensato per mitigare l’impatto della pandemia e preparare le economie a una crescita sostenibile. La Grecia è stata pertanto in grado di continuare a finanziare la modernizzazione delle sue infrastrutture e dell’economia dopo aver ricevuto i 3,6 miliardi di euro della prima parte e 3,56 miliardi di euro della seconda parte. La seconda parte è stata resa disponibile dopo che il paese ha raggiunto i 25 traguardi stabiliti nel piano, che comprendeva, tra l’altro, investimenti nel settore energetico e nella riqualificazione urbana. Ora che la Grecia ha dimostrato il suo successo nella gestione della prima parte della strategia di inversione di tendenza, che cosa prevede il suo piano per il futuro?

La seconda parte della strategia di inversione di tendenza

Dal punto di vista politico, nel paese si terranno le elezioni nel giugno del prossimo anno, per il rinnovo di tutti i seggi del parlamento. Il primo ministro Mitsotakis ha sottolineato diverse volte come il suo governo abbia bisogno di due termini per realizzare le riforme programmate. Un cambio di governo immediato, con l’assunzione delle redini da parte del partito di sinistra di opposizione Syriza, comprometterebbe la strategia di ripresa. Nuova Democrazia è considerata oggi come in vantaggio di 10 punti su Syriza.

Dal punto di vista economico, il settore energetico internazionale e il ruolo della Grecia al suo interno sono fondamentali. Poiché l’Unione europea sta cercando di abbandonare l’energia russa, la regione del Mediterraneo orientale è destinata a diventare una delle principali priorità della strategia energetica europea, con la Grecia che svolgerà un ruolo strategico come porta d’accesso all’UE.

Grecia: attore chiave nell’energia europea

Sono in corso diversi progetti di rilievo nella regione. Prima di tutto, Grecia e Bulgaria hanno presentato l’IGB (interconnettore Grecia-Bulgaria) all’inizio di ottobre 2022. L’IGB è un percorso chiave per il trasporto del gas naturale dal Gasdotto Trans-Adriatico (TAP) e dalla Grecia alla Bulgaria e ai paesi vicini, che contribuirà quindi a ridurre la loro dipendenza dal gas naturale russo. Poiché Gazprom ha di recente tagliato le esportazioni a Sofia, in seguito al rifiuto della Bulgaria di pagare in rubli, il nuovo condotto IGB rappresenta un’infrastruttura chiave nella regione.

La Grecia sta inoltre migliorando le proprie infrastrutture energetiche con operazioni di ammodernamento e la costruzione di nuovi terminal per GNL. Il paese ha costruito un nuovo terminal ad Alessandropoli, ovvero l’unità di stoccaggio e rigassificazione galleggiante della Tracia. Questo terminal, insieme ad altri progetti legati al GNL, mira a rafforzare la posizione della Grecia come importante centro energetico per l’Europa sudorientale.

Guardando più a est, la Grecia si è impegnata a mantenere vivo il progetto EastMed Pipeline. Questo progetto è destinato a sfruttare il gas nel bacino orientale, al largo delle coste israeliane e libanesi. Infine, la Grecia dovrebbe avviare un progetto di esplorazione per la ricerca di gas a sud-ovest del Peloponneso e a ovest di Creta. Il gas naturale rimane un alleato fondamentale nella transizione verso un’energia più verde e qualsiasi scoperta significativa di gas naturale nelle acque greche avrebbe una grande importanza per il paese in termini di trasformazione.

Aumento del rating: la svolta finale?

Mentre lavora per ricostruire la propria economia e sfruttare la sua posizione sul mercato europeo dell’energia, la Grecia sta anche cercando di riconquistare il rating investment grade. Anche se il contesto economico è difficile, con una potenziale recessione nell’eurozona, la Grecia ha validi argomenti.

Il paese è uscito da una sorveglianza rafforzata e ha rimborsato i prestiti del FMI due anni prima del previsto. Si prevede che il disavanzo fiscale sia inferiore alla soglia del 3% prevista dal trattato di Maastricht, mentre il rapporto debito/PIL potrebbe scendere al di sotto del 150% entro il 2027. Anche se le agenzie di rating saranno più prudenti nel concedere revisioni al rialzo nel prossimo anno in Europa, la Grecia potrebbe rappresentare l’eccezione grazie a politiche fiscali prudenti e al sostegno della BCE attraverso il programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP). Un incremento del rating rappresenterebbe uno straordinario cambio per la Grecia, che sbloccherebbe così miliardi di capitali per gli investimenti.

Dal 2019, Nuova Democrazia e la Grecia hanno dimostrato che è possibile implementare una strategia di inversione di tendenza di successo. Richiede un piano dettagliato, attenzione, determinazione e un governo pragmatico. Colpito da diverse crisi importanti, il paese ha mantenuto l’attenzione su un percorso di ripresa e ha continuato ad attuare le riforme indispensabili. Se Nuova Democrazia sarà in grado di ottenere un secondo mandato e di continuare a sviluppare le sue riforme, il futuro della Grecia sarà molto più incoraggiante e il paese comincerà sicuramente a svolgere un ruolo più importante nello scenario politico europeo.